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venerdì 19 Aprile 2024,

Verso lo stop dello stabilimento Wanbao-Acc di Mel

La proprietà ha comunicato che entro febbraio si esauriranno le risorse finanziarie disponibili e che il sito produttivo fermerà quindi l’attività. Allibita Elena Donazzan, assessore regionale al Lavoro, che chiede invece che si pongano le condizioni per valorizzare lo stabilimento.

«Ci è giunta voce che la proprietà cinese Wanbao dell’Acc di Mel abbia comunicato ai rappresentanti dei lavoratori che entro febbraio si esauriranno le risorse finanziarie disponibili e che il sito produttivo di Borgo Valbelluna fermerà quindi l’attività. Sono allibita rispetto ai modi, allo stile e ai contenuti della comunicazione aziendale da parte della proprietà, che denota assoluta mancanza di conoscenza e di rispetto delle regole istituzionali che presiedono le relazioni sindacali nel nostro Paese e totale noncuranza degli impegni assunti in sede governativa». L’assessore al Lavoro della Regione Veneto, Elena Donazzan, ha condannato senza mezzi termini la condotta della multinazionale cinese che nel 2014 ha assunto la gestione della fabbrica di compressori per elettrodomestici di Mel.

«Che i cinesi se ne vadano pure, nessuno li trattiene», ha fatto presente Donazzan, «ma esigo, anche a nome delle istituzioni del territorio, che ci mettano nelle condizioni di valorizzare una realtà produttiva, quale quella di Mel, che rispetto al contesto produttivo regionale, nazionale e internazionale ha ancora molto da dire, a patto di saperlo fare».

«La Regione Veneto, nel ringraziare il Governo, il Ministero per lo sviluppo economico e il ministro Federico D’Incà, titolare dei rapporti con il Parlamento, che hanno dimostrato ampia disponibilità in questa vertenza, è pronta a supportare ogni iniziativa governativa al fine di mandare un messaggio chiaro alla multinazionale cinese e alla municipalità di Guangzhou, affinché comprendano che questo non è il comportamento corretto con il quale approcciarsi a buone relazioni economiche e produttive con il nostro territorio: un monito che varrà anche su altre ipotetiche iniziative di collaborazione, come ad esempio l’interporto».

1 commento

  • Appropriatisi della tecnologia, non c’è motivo di restare in italia, possono riutilizzarla in Cina dove con i lavoratori possono fare quello che vogliono.
    Ii fatto che la quantità di compressori prodotti fosse ampiamente al di sotto del livello di redditività lasciava da tempo immaginare che non vi era alcun interesse a considerare questo stabilimento strategico.

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