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martedì 16 Aprile 2024,

Il Fondo Welfare lancia il progetto “Nido in famiglia”

Nato dalla collaborazione di Cgil e Diocesi, per accompagnare passo dopo passo l’avvio di queste strutture.

Il “Nido in famiglia” è uno strumento concerto regolamentato dalla Regione del Veneto. Un nido domiciliare che può ospitare fino ad un massimo di 6 bambini dai 3 mesi ai 3 anni. Una possibilità finora poco utilizzata e che il Fondo Welfare e identità territoriale intende incentivare. «Questo è il primo progetto nato dalla collaborazione di Cgil e Diocesi, rappresentate nel Fondo rispettivamente dal segretario generale Mauro De Carli e dal responsabile per la pastorale sociale don Mario Doriguzzi», spiega la presidente del Fondo Francesca De Biasi. «Due anime che non collaborano abitualmente per progetti comuni, ma che il Fondo è riuscito a unire per lo stesso scopo. I nidi in famiglia sono soluzioni flessibili, utili anche a supporto dei genitori quando accedono ad altri servizi; inoltre, concilia il tempo del lavoro e della famiglia indispensabile nelle aree montane. Verrà dunque proposto dapprima nelle aree dove i nidi non ci sono, e poi anche dove i nidi non coprono il fabbisogno o comunque non in modo flessibile. Non vuole porsi in concorrenza ma ad integrazione dei servizi offerti dai Comuni o dai privati, soprattutto in quei luoghi dove l’assenza di alternative è motivo di abbandono del lavoro o condiziona l’idea di avere un figlio».

Il “Nido in famiglia” è una forma di sostegno ai freschi genitori, che rappresenta una corretta mediazione tra la struttura organizzata dell’asilo nido classico e l’assenza totale di servizio nei piccoli centri di montagna. Infatti, la proposta di gratuità avanzata dal governo centrale per gli asili nido si scontra con la loro mancanza in gran parte del territorio bellunese. Il “Nido in famiglia” è una possibilità concreta: è regolamentato dalla legislazione regionale, fornisce garanzie di gestione sia del percorso educativo sia di quello della cura fisica del bambino dai 3 mesi ai 3 anni, con educatrici abilitate e certificate, spesso loro stesse mamme con un figlio di quell’età; può contenere al massimo 6 bambini, in una casa dotata di abitabilità e in sicurezza per la prima infanzia.

Il Fondo Welfare e identità territoriale intende nei suoi progetti per il 2020 favorire il sorgere di queste strutture, quale forma di servizio per la genitorialità nei territori meno popolati del Bellunese; anche attraverso l’erogazione di contributi per il corso abilitante della persona che intende istituire un nido in famiglia (come previsto dalla Dgr 153 Regione Veneto del 16 febbraio 2018), e finanziando la formazione dei gestori/educatori. Inoltre, il Fondo accompagnerà passo dopo passo l’avvio di queste strutture.
Chi volesse sostenere l’iniziativa, può farlo attraverso l’Iban del Fondo, IT96-P033-5901-6001-0000-0165-485, intestato al Comitato Fondo Welfare e identità territoriale; causale: progetti contro lo spopolamento, oppure progetto nidi in famiglia.

1 commento

  • […] Tra questi i nidi in famiglia è il progetto messo a punto da Diocesi e Cgil, che mira a formare e sostenere giovani che vogliono avviare questa forma di servizio, con priorità per le terre più alte e senza alcun servizio di nido o materne a sostegno delle famiglie (per altre informazioni clicca qui). […]

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