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giovedì 25 Aprile 2024,

Safilo, sciopero e presidio davanti alla fabbrica di Longarone

Più di 500 in corteo per dire no ai licenziamenti previsti dal nuovo business plan 2020-2024.

Più di 500 in corteo per dire no ai licenziamenti previsti dal nuovo business plan 2020-2024 di Safilo. Oggi, venerdì 13 dicembre, oltre allo sciopero di otto ore indetto in tutti gli stabilimenti italiani del gruppo, a Longarone si è svolto anche un presidio con picchetto dalle 8 alle 10. E neve e maltempo non hanno fermato le tantissime persone che hanno voluto sfilare lungo la Statale 51 di Alemagna.

Qualche giorno fa l’amministratore delegato del gruppo Safilo, Angelo Trocchia, ha illustrato a Padova il piano nuovo industriale, che vede un maxi-piano di esuberi pari a 700 dipendenti (sugli 2.600), tutti negli stabilimenti italiani. I numeri sono impressionanti: 400 i licenziamenti previsti per la fabbrica di Longarone. «La partecipazione di oggi è stata significativa», spiega Denise Casanova, a capo della Filctem Cgil bellunese. «La risposta è importante ed erano presenti lavoratori di Luxottica, Acc, De Rigo, Marcolin. Tutto il settore ha voluto esprimere la propria vicinanza a Safilo».

In corteo, in prima fila, il sindaco di Longarone e presidente della Provincia Roberto Padrin, i deputati Roger De Menech e Luca De Carlo (che è anche sindaco di Calalzo), il sindaco di Ponte nelle Alpi Paolo Vendramini e Monica Lotto, segretaria provinciale del Pd.

La Casanova denuncia la «mancanza di rispetto dell’azienda verso i lavoratori e la superficialità con cui è stata data una notizia di così grave portata. L’azienda vuole di fatto smantellare la produzione in Italia, ma se tutto verrà portato fuori, come potrà essere garantito il Made in Italy?». «Quella di oggi è solo la prima di una serie di iniziative con cui daremo battaglia», prosegue. «Il 20 dicembre saremo al tavolo di crisi convocato dalla Regione e il 7 gennaio è previsto un incontro con l’azienda». Martina Reolon

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