«Dai prati ai formaggi» è la denominazione dell’iniziativa promossa dall’Associazione regionale allevatori del Veneto, di concerto con l’Università di Padova, che ha per capofila il Caseificio Pennar di Asiago e partner la Latteria di Livinallongo, il Centro caseario ed agrituristico dell’Altipiano Tambre-Spert-Cansiglio, Agricansiglio e la cooperativa agricola Ca’ Verde.
Nella presentazione che si è tenuta venerdì 13 a Tambre è stato spiegato che il progetto coinvolge cinque caseifici cooperativi con 78 aziende della montagna veneta che producono 115 prodotti caseari freschi, stagionati, di latte vaccino e caprino. Tra questi anche 16 prodotti d’eccellenza, in quanto realizzati da latte crudo, e nove Dop (Asiago Fresco, Pressato, Mezzano, due Grun Alpe, Vecchio e Stravecchio; Vezzena stravecchio e Montasio), con 20 punti vendita diretti o convenzionati.
Il progetto si propone di risolvere il problema legato al fatto che gli attuali disciplinari di produzione più diffusi e relativi ai prodotti lattiero-caseari di montagna non prendono in considerazione la parte agronomica della produzione lattiera. La soluzione innovativa adottata è di favorire una sinergia tra questo gruppo di cooperative del settore lattiero-caseario, con l’approfondimento degli aspetti storico-culturali dei caseifici, l’adattabilità dei sistemi zootecnici montani al territorio e le loro relazioni con la biodiversità vegetale.
I primi risultati sulle analisi floristiche – è stato spiegato – hanno permesso di individuare, ad una quota media di 1000-1500 metri di altitudine, una media di 26-30 specie. Le analisi in corso sono mirate a valutare la trasferibilità aromatica e nutritiva di questa biodiversità floristica a livello di latte e formaggi.
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