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Lettera aperta ai sindaci del vescovo Renato

Scritta insieme al Consiglio Pastorale Diocesano la missiva, che invita a “camminare insieme”, è stata presentata ieri, sabato 21 dicembre, nel corso di un incontro con i primi cittadini tenutosi al Centro «Papa Luciani» di Santa Giustina (nella foto).

Il vescovo Renato Marangoni e il Consiglio Pastorale Diocesano hanno invitato al Centro di spiritualità e cultura «Papa Luciani» di Santa Giustina i sindaci dei Comuni della diocesi di Belluno-Feltre per un momento di incontro, in un clima di cordialità e familiarità, per offrire un tempo di riflessione, non dedicato a problemi amministrativi o di strategia politica, quanto agli atteggiamenti e prospettive di fondo da assumere nella vita delle nostre comunità.

Stefano Perale, direttore dell’Ufficio di pastorale sociale e del lavoro, ha aperto e coordinato gli interventi della mattinata. Don Rinaldo Ottone, docente di teologia fondamentale, ha quindi proposto un approfondimento, partendo da un discorso di papa Francesco rivolto ai sindaci dell’Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) il 30 settembre 2017, in cui si faceva riferimento a due diverse città: Babele, «simbolo di confusione e smarrimento, di presunzione e divisione» e la «nuova Gerusalemme», un luogo in cui si entra per «generare relazioni di fraternità e comunione». Lo stimolante intervento ha cercato di dimostrare la tesi che l’uomo, per sua intima natura, è portato a collaborare e a cooperare: a questa capacità è legato il suo successo evolutivo.

A questo intervento è seguito un confronto libero e uno scambio di opinioni fra gli amministratori presenti, che hanno risposto in modo variegato alle sollecitazioni ricevute, sottolineando l’apprezzamento per l’iniziativa e la necessità di riproporre questo tipo di momento formativo.

Nel momento finale, il vescovo Renato, a nome del Consiglio Pastorale Diocesano, ha offerto una lettera che si conclude con un invito che è più di un auspicio: «Camminiamo insieme», per pensare il futuro delle nostre comunità, nel rispetto delle singole specificità e delle diverse competenze, per cercare di rispondere ai bisogni sia di tipo materiale che spirituale delle persone che abitano le nostre città e paesi. Ecco qui di seguito il testo della lettera.

«Carissimi Sindaci,
noi del Consiglio Pastorale Diocesano, presieduto dal Vescovo Renato, desideriamo condividere con voi alcune riflessioni, in considerazione del delicato e importante servizio che svolgete nelle comunità che rientrano nel territorio della nostra Diocesi di Belluno-Feltre.
Ci siamo incontrati per questo mercoledì 11 dicembre c.a. e abbiamo sentito l’esigenza di esprimere, per prima cosa, a ciascuno di voi, la gratitudine per le energie, l’impegno e il tempo che dedicate alle comunità civili a cui siete preposti come Sindaci.

Siamo consapevoli di quali siano le difficoltà quotidiane del vostro mandato: normative sempre più numerose e complesse, adempimenti e vincoli economico-finanziari, adempimenti di bilancio e ogni sorta di procedure burocratiche. Tutto questo ostacola e rallenta la volontà di agire prontamente e di rispondere ai problemi che sorgono nel territorio e che sono segnalati dai cittadini stessi. Ne conseguono difficoltà che se non riconosciute e assunte per tempo, possono lasciare un senso di scoraggiamento e di impotenza.

Come organismo pastorale di questa Chiesa locale ci sentiamo interpellati da questi problemi e vorremmo proporvi qualche nostro pensiero che porta con sé anche il desiderio e la disponibilità per una collaborazione costruttiva e rispettosa delle competenze di ciascuno. È davvero necessario che da parte delle Istituzioni che rappresentiamo ci sia il massimo impegno per concorrere al bene comune, con la rinuncia e la conseguente rielaborazione delle visioni parziali e particolari. Occorre che poniamo decisamente dei seri segnali a riguardo e delle “buone prassi”.

Innanzitutto vorremmo comunicarvi alcune domande che hanno avuto particolarmente risonanza in noi. Eccole:

  • Che cosa significa oggi essere una comunità?
  • Siamo capaci di coinvolgerci vicendevolmente e coralmente per pensare insieme il futuro di questa terra e delle nostre comunità, nel rispetto delle singole diversità, riuscendo a far prevalere l’unità sul conflitto?
  • È possibile elaborare risposte condivise ai problemi che riguardano il benessere dei cittadini, senza dimenticare o rimuovere i bisogni non strettamente materiali, legati – per esempio – all’invecchiamento della società, alla solitudine diffusa, allo spopolamento del territorio di montagna?
  • È utopistico pensare ad una comunità civile in cui il rapporto fra persone non sia regolato principalmente da logiche economico-commerciali o da esigenze di sicurezza, bensì dalla consapevolezza di un “destino comune” e dal farsi carico gli uni degli altri?

Sono emerse, inoltre, alcune attenzioni che ci è sembrato decisivo considerare e sviluppare a motivo della fragilità del nostro tessuto relazionale, riscontrabile a più livelli e in diversi ambiti:

  • La famiglia è nucleo essenziale e insostituibile della società: oggi, sia nella comunità civile che ecclesiale, è necessaria una riflessione ampia e oculata per trovare le modalità e le forme per mettersi dalla parte delle famiglie, e valorizzarle con scelte lungimiranti, ma anche attuabili fin da ora.
  • L’attenzione ai giovani, alla loro educazione e formazione personale e professionale, è indispensabile per mantenere viva e feconda la società.
  • Il patrimonio ambientale, fragile e allo stesso tempo ricco di risorse, naturalistiche e paesaggistiche, richiede uno sforzo congiunto per poter essere tutelato, ma anche valorizzato così da diventare fonte di sviluppo e di benessere per i suoi abitanti. Si tratta di puntare su un’ecologia integrale, come invita papa Francesco nella Laudato sì’, al n. 139: “Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola complessa crisi socio-ambientale”. Si tratta di privilegiare e costruire un tessuto di relazioni, dove le varie componenti della comunità siano tra loro collegate e connesse. Si tratta inoltre di promuovere un’educazione ambientale che tenda “a recuperare i diversi livelli dell’equilibrio ecologico: quello interiore con se stessi, quello solidale con gli altri, quello naturale con tutti gli esseri viventi, quello spirituale con Dio” (Laudato si’, n. 210).

I problemi da affrontare sono molti e complessi: il primo passo per provare ad affrontarli è cercare di conoscersi meglio, stringere relazioni. Questo stesso incontro natalizio è stato pensato primariamente con questa finalità. La collaborazione richiede uno sforzo da parte di tutti, un ritorno alla dialettica politica, nel senso più alto del termine. Ma è anche necessario riuscire ad abbassare i toni del confronto, pur senza paura nell’esprimere le proprie posizioni. Si tratta anche di ritrovare il senso della partecipazione, di essere di nuovo capaci di appassionarci insieme al bene comune, superando i personalismi e gli individualismi.

I problemi e le crisi nel mondo del lavoro, che in questi giorni preoccupano tante persone, famiglie, comunità, in questo nostro territorio, sono anche l’occasione per prendere seriamente atto che non possiamo andare avanti “sparpagliati”, ma sostenendoci e progettando insieme. I corpi intermedi e le numerose associazioni di volontariato che sono presenti sia in ambito ecclesiale sia civile, come ogni altra realtà che si avvalga del legame tra le persone, sono in questo senso una preziosa risorsa, da promuovere e valorizzare. Occorre sostenerli e accompagnarne lo sviluppo. Non vanno penalizzati, ma sostenuti e attivati per fini di bene comune.

A voi, Sindaci, dichiariamo la disponibilità del Consiglio Pastorale Diocesano di Belluno-Feltre ad aprire e alimentare un dialogo continuo e costruttivo nelle forme che decideremo assieme, per contribuire fattivamente a questo grande intento di corresponsabilità sul territorio e tra le nostre comunità.

Giunga a voi e ai Consigli Comunali che con voi operano nel territorio, l’augurio di un Buon Natale, Per tutti si tratta di cammini da condividere, di ascolto reciproco e di relazioni dove stima e franchezza possano aiutarci a costruire insieme un luogo accogliente dove la persona si senta a casa.

Alla conclusione di questa comunicazione confidenziale, viene spontaneo rivolgere, con l’augurio natalizio, l’invito a “camminare insieme”.

Belluno, 21 dicembre 2019

Renato Marangoni, vescovo
unitamente al Consiglio Pastorale Diocesano»

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