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venerdì 29 Marzo 2024,

Punto di primo intervento, i sindaci incontrano l’assessore Lanzarin

Il vertice si è tenuto oggi, giovedì 16 gennaio, a Venezia.

«L’esternalizzazione, non privatizzazione che è cosa diversa, del Punto di primo intervento di Auronzo è una soluzione emergenziale, determinata dalla grave carenza di personale che interessa l’Ulss 1 Dolomiti, come tutto il Veneto e tutta Italia. Ho preso atto delle vostre preoccupazioni e sarà mia cura parlarne con il direttore generale Adriano Rasi Caldogno, innescando un incontro collegiale chiarificatore da tenersi nei prossimi giorni». Lo ha detto l’assessore regionale alla sanità, Manuela Lanzarin, incontrando oggi, giovedì 16 gennaio, a Venezia, alcuni sindaci dell’area interessata al problema, tra i quali il primo cittadino di Auronzo Tatiana Pais Becher.

I sindaci di Comelico e Auronzo esprimono da mesi la loro preoccupazione per il futuro del servizio di emergenza ad Auronzo. In una lettera inviata a fine dicembre a Rasi Caldogno e alla Lanzarin, gli amministratori hanno sottolineato che «un servizio di emergenza territoriale adeguato alle caratteristiche dell’area è ritenuto di fondamentale importanza per il mantenimento dei livelli assistenziali minimi in luoghi disagiati e caratterizzati da distanze importanti tra centri abitati e presidi ospedalieri».

Sempre nella lettera i sindaci hanno manifestato «in maniera netta ed assoluta la propria contrarietà alla procedura (aperta lo scorso 25 novembre, ndr) di affidamento della gestione del Punto di primo intervento di Auronzo», aggiungendo che «valuteranno la possibilità di ricorrere nelle sedi competenti, qualora non vengano attuati immediati correttivi alla procedura in corso e, non da ultimo, si impegneranno ad informare adeguatamente la popolazione del Comelico e del Cadore riguardo a tali scelte aziendali che avranno come unico risultato l’impoverimento del servizio sanitario montano».

Da qui la richiesta di un incontro urgente con l’assessore, tenutosi oggi. La Lanzarin ha illustrato agli interlocutori le molte azioni in atto da parte della Regione per reperire il personale necessario, per Auronzo come per il resto del Veneto, e non ha mancato di sottolineare che «l’esternalizzazione sarebbe convenzionata e quindi pubblica, con tutti i monitoraggi e i controlli di qualità che ne conseguono, ma è l’estrema ratio per evitare il rischio della chiusura del servizio. Se, come spero arrivassero i frutti delle tante azioni che stiamo realizzando sul fronte del personale sanitario, nulla vieterebbe di tornare alla situazione precedente».

«Il nostro primo pensiero è, e deve essere, il mantenimento del servizio, in ogni modo possibile e tenendo conto della realtà», ha aggiunto l’assessore regionale, «per cui non è assolutamente vero che, in questo caso come in altri, ci sia una strategia di privatizzazione. A maggior ragione per Auronzo, dove va tenuto presente che l’esternalizzazione in convenzione è un servizio interamente pubblico, che nulla ha a che fare con una privatizzazione».

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