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venerdì 29 Marzo 2024,

Entro quest’anno i treni elettrici a Belluno. Obiettivo per 2026: fino a Calalzo

Mercoledì 22 gennaio l’onorevole Roger De Menech, a Belluno, ha fatto il punto sul piano olimpico.

«Entro la fine di quest’anno, e quindi per i Mondiali del 2021, arriverà il primo treno elettrico in stazione a Belluno. Con l’obiettivo di completare l’elettrificazione fino a Calalzo di Cadore entro l’appuntamento, quello delle Olimpiadi, del 2026». Mercoledì 22 gennaio l’onorevole Roger De Menech, a Belluno, ha fatto il punto sul piano olimpico. Gli interventi su strade e ferrovie, quelli già partiti e quelli previsti per i prossimi anni, erano già stati presentati nei giorni scorsi a Padova, davanti al sottosegretario alle Infrastrutture Salvatore Margiotta. E ora il deputato bellunese del Pd ha voluto illustrare nel dettaglio lo stato dell’arte in provincia di Belluno.

«In legge di bilancio, in vista delle Olimpiadi 2026, il Governo ha stanziato un miliardo per le infrastrutture in Veneto e in Lombardia», ha precisato De Menech. «Sul totale, per la nostra regione riusciremo a “strappare” 400-500 milioni di euro. Bisogna però considerare che, solo per le opere essenziali nel Bellunese, si stima un importo necessario di 800 milioni di euro». In sostanza la legge olimpica, che nascerà a giorni, stabilirà “chi fa cosa” e la spartizione delle risorse e poi, quando il Veneto riceverà la propria quota parte, dovrà partire la concertazione con gli enti locali per stabilire le priorità e le opere essenziali. «Progetti pronti sono anche indispensabili per andare a intercettare le risorse mancanti, quelle che permetteranno di arrivare agli 800 milioni», ha aggiunto il deputato Pd. «Nei cassetti di Anas tutte le progettualità sono presenti. Bisogna iniziare a scegliere e a fare una lobby diffusa e trasversale».

La rete ferroviaria. Scendendo nel concreto del piano olimpico, «oggetto di discussione sui tavoli del ministero delle Infrastrutture e di quello dello Sport», ha precisato De Menech, l’obiettivo è realizzare una serie di interventi per collegare i diversi sistemi modali regionali, in particolare nei suoi nodi, e interconnettere il territorio. Sul fronte rete ferroviaria, già previsti e finanziati ci sono l’elettrificazione dell’anello ferroviario Conegliano-Belluno-Feltre-Montebelluna, il restyling delle stazioni di Ponte nelle Alpi e Calalzo, dove sorgeranno anche dei parcheggi scambiatori gomma-rotaia, il rinnovo delle stazioni di Belluno e Feltre. Tutto secondo il piano delle stazioni olimpiche. In un’ottica più ampia, c’è anche il collegamento fra la stazione ferroviaria di Mestre e l’aeroporto di Venezia.
«Entro la fine dell’anno arriveranno la corrente, e dunque i treni elettrici, a Belluno», ha ribadito De Menech. «L’elettrificazione nella parte alta, vale a dire da Ponte nelle Alpi a Calalzo, sarà più complicata e costosa, vista anche la necessità di adeguare le gallerie, ma il buon lavoro fatto nell’anello basso ci insegna che, con una visione chiara, i soldi si trovano. Per questo è fondamentale avere progetti preliminari concreti. E oltre ai soldi dello Stato ci sono risorse aggiuntive alle quali guardare: penso a Rfi (rete ferroviaria italiana) e Anas». Il futuro oltre le Olimpiadi? Progettare l’anello dolomitico ferroviario che collega Calalzo con Cortina e Bolzano e Feltre con la Valsugana e Trento.

La rete stradale. Per quanto riguarda la rete stradale, la mission principale è collegare agevolmente l’uscita dell’autostrada A27 con le Dolomiti, quindi le Valli del Cadore, dell’Agordino e la Valbelluna fino a Feltre e il Trentino, connettere la viabilità provinciale con la Valsugana e la Pedemontana. Lungo la SS52 di Alemagna ci sono opere per 170 milioni già finanziate e in corso di realizzazione: dalla variante di Tai a quelle di Valle e San Vito e la variante 1 Cortina; sulla SS51 Bis Alemagna-Comelico lavori di adeguamento sono già finanziati per 65 milioni, altri 70 milioni per la nuova galleria di Coltrondo. «Entro il 2026 dovranno essere realizzate diverse opere, per cui servono risorse», ha aggiunto De Menech, «si tratta della variante di Longarone, il completamento di quelle di Cortina, la sistemazione degli abitati di Borca, Vodo e Valle. Ci sono poi la sistemazione del tratto Calalzo-Lozzo, le varianti di Cadola, Belluno-Mas, la sistemazione della 203 Agordina. Da completare è la variante di Feltre, così come bisogna lavorare su quella di Lentiai e riqualificare la SP1. Nell’ambito del progetto collegamenti dolomitici, serve un miglioramento in termini di sicurezza dei passi che collegano la provincia di Belluno con Trento e Bolzano». Ci sono poi le strade regionali, ossia i progetti che non riguardano le grandi direttive, ma i collegamenti intervallivi.

La concertazione con il territorio. «Certo, solo per portare a termine le opere di primo livello servono 800 milioni per il Bellunese», ha ribadito il deputato. «Come possiamo fare? Il metodo seguito per i Mondiali 20’21 è quello giusto: avere un piano con gli obiettivi e poi confrontarsi a livello locale per stabilire le priorità». Secondo De Menech, «la concertazione con il territorio non è una scusa, ma il valore aggiunto. Basti pensare a come si è lavorato e si sta lavorando con i Fondi di confine».

Il Treno delle Dolomiti. Proprio a proposito di concertazione, il deputato Pd parla del Treno delle Dolomiti. Per quanto riguarda i tracciati, sul tavolo della Regione ci sono già tre ipotesi, A B e C. E in questi giorni se n’è aggiunta un’altra, che si chiama Agordino. «Quando si parla di progettualità infrastrutturale», ha detto, «credo che il modello da seguire sia quello dell’Alto Adige, che punta a potenziare l’esistente e alla sostenibiltà. Penso che chi ha responsabilità di governo debba accettare di sedersi al tavolo tre volte in più. Sul Treno delle Dolomiti, se la Regione del Veneto non vuole fare la parte del facilitarore, noi ci siamo per dare una mano. Chiaro che la grande ferrovia non verrà realizzata per le Olimpiadi, ma è un’idea per il futuro, un progetto di pianifiazione e di visione. Chi ci sta lavorando non taglierà mai il nastro e anche per questo, penso, si fa fatica a essere determinati nel portare a casa un risultato. Questo è un po’ il difetto della politica».

Contro lo spopolamento. Con De Menech c’era la segretaria provinciale del Pd Monica Lotto. «Tutti questi interventi hanno l’obiettivo di agevolare l’arrivo e il movimento dei turisti nel nostro territorio», ha evidenziato, «ma sono necessari anche e soprattutto per i residenti, per chi vive in montagna. La rete infrastrutturale è quella che garantisce l’accessibilità ai territori, ai servizi e che porta sviluppo. Si parla tanto di spopolamento, ma sono queste le azioni concrete per far sì che la gente rimanga qui. In questo senso, pensiamo che si possano “utilizzare”, passatemi il temine, i grandi eventi per portare risultati concreti che migliorino il vivere quotidiano della gente di montagna».

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