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giovedì 18 Aprile 2024,

Amarezza per l’annullamento delle finali della Coppa del Mondo di sci

Il ministro D’Incà: c’erano tutte le condizioni per farle a porte chiuse. Il governatore Zaia: bisogna recuperare l’immagine del Paese. Il presidente Padrin: danno enorme, ma guardiamo avanti e prepariamoci ai Mondiali del 2021.

«Sono amareggiato per la decisione presa da parte della Federazione internazionale dello sci di annullare le finali di Coppa del Mondo a Cortina d’Ampezzo». Lo ha dichiarato il ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, convinto che «ci fossero tutte le condizioni per potere disputare l’evento a porte chiuse, così come indicato dal Dpcm del 4 marzo in merito agli appuntamenti sportivi e come consigliato dal ministro per lo Sport, Vincenzo Spadafora, dalla Federazione italiana sport invernali e da tutti gli enti locali coinvolti. La situazione legata al coronavirus è costantemente monitorata dal Governo, ma la volontà, come dimostrato dal Decreto, è quella di non fermare i principali appuntamenti del Paese. Questa decisione, invece, è un segnale non incoraggiante sia a livello economico sia, soprattutto, a livello simbolico per l’Italia e tutta la comunità sportiva internazionale».

Da parte sua il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha fatto presente che l’annullamento delle finali della Coppa del Mondo di sci a Cortina «dà anche una dimensione della percezione che c’è all’estero, sui tavoli internazionali, delle nostre comunità e dell’Italia» anche a fronte della presentazione di una dichiarazione che chiariva che Cortina non ha presenza di persone positive e che comunque la situazione sanitaria è sotto controllo. Quindi – ha sottolineato Zaia – bisogna pensare che a un’emergenza sanitaria se ne somma una seconda non meno grave: quella economica. «Occorre che, a tutela delle attività, delle imprese, della libera circolazione dei cittadini, sia recuperata sotto il profilo reputazionale l’immagine del Paese, attualmente e per chissà quanto tempo ancora percepito dalla comunità internazionale come un problema. Bisogna assolutamente e urgentemente svolgere un’azione di recupero e che il Governo lavori a fondo, non soltanto e soprattutto sul piano della diplomazia, ma anche con campagne di comunicazione, considerato che non si può parlare di un problema soltanto italiano, ma ormai europeo e mondiale».

Di «amarezza enorme per il nostro territorio» e di «dispiacere grande soprattutto per coloro che da anni stanno organizzando questo evento» ha parlato il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin. «Non possiamo far altro che prendere atto di questa decisione», ha continuato. «Il danno sarà enorme, incalcolabile. Ma in questo momento le misure di contenimento del virus non permettono decisioni leggere. Vorrà dire che dovremo puntare con ancora più energie a dare lustro ai Mondiali di sci del 2021. Ci impegniamo fin da subito perché Cortina e la montagna bellunese in generale, una volta passata questa emergenza, abbiano la possibilità di recuperare e di essere di nuovo al centro del movimento degli sport invernali».

Rammarico e amarezza per l’annullamento delle finali di Coppa del Mondo è stato espresso anche dalla Fondazione Cortina 2021, per voce del suo amministratore delegato, Valerio Giacobbi, perché si tratta di una decisione «che penalizza fortemente l’intero movimento sportivo ma anche gli imprenditori, i professionisti e tutta la comunità. In questi ultimi due anni e mezzo – ha fatto presente Giacobbi – in molti abbiamo investito e lavorato alacremente per l’organizzazione delle Finali e affinché quest’evento potesse diventare un nuovo trampolino di lancio per il nostro territorio. Rassicuro tutti che a Cortina continuiamo ad operare incessantemente per realizzare al meglio i Campionati del Mondo di sci alpino del 2021 e il nostro auspicio è che l’emergenza Coronavirus possa essere presto arginata e archiviata».

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