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venerdì 29 Marzo 2024,

Tante domande di ammortizzatori sociali nell’artigianato

La presidente di Confartigianato Belluno, Claudia Scarzanella (nellafoto): «A oggi le pratiche elaborate per nostre aziende sfiorano quota 300. Segno di una grande difficoltà delle piccole imprese».

A seguito dei vari provvedimenti per contenere il contagio del Coronavirus, il 62% delle imprese artigiane bellunesi è stata costretta a sospendere l’attività. Numeri forti e preoccupanti che vanno a interessare oltre 12.000 addetti di questo comparto in provincia di Belluno: un impatto che pone molti problemi a un sistema economico in cui le piccole aziende sono determinanti, sia come servizio della comunità, sia perché parte di filiere i cui prodotti sono destinati all’esportazione.

I piccoli imprenditori bellunesi hanno accettato le chiusure dovute a motivi sanitari per salvaguardare i propri dipendenti, uno dei valori fondanti della piccola impresa. Ma, facendo accesso alle misure messe a disposizione dal Governo per garantire i lavoratori, si chiedono anche: quando finirà? cosa sarà dopo?

Stiamo registrando un crescendo esponenziale di giorno in giorno – afferma Michele Basso, direttore di Confartigianato Belluno – di aziende che si rivolgono ai nostri uffici per aderire al fondo di sostegno al reddito (FSBA), mentre da oggi è operativa anche la Cig in deroga che in Veneto dura 13 settimane (4 settimane in più rispetto alle altre regioni non zona rossa/arancione) e che aiuta tanti piccoli datori di lavoro (da 1 a 5 dipendenti) privi di ammortizzatori ordinari. Per l’artigianato questa è una condizione del tutto nuova.

«Per la prima volta l’artigianato ricorre in massa – dichiara Claudia Scarzanella, presidente di Confartigianato Belluno – all’utilizzo degli ammortizzatori sociali, segno di una grande difficoltà delle piccole imprese. Ci troviamo davanti a un contesto che neanche la crisi del 2008 ci aveva fatto toccare. Non possiamo non sottolineare come i fondi al momento disponibili siano abbastanza ma non molti, per cui ci attendiamo altre iniezioni di denaro per mantenere l’accessibilità al sostegno al reddito dei nostri dipendenti».

«Per poter espletare tutte le domande che ci stanno arrivando, abbiamo potenziato il nostro servizio sindacale – informa il direttore Basso – ma chiediamo pazienza perché le domande sono davvero molte. A oggi le pratiche elaborate per le diverse tipologie di ammortizzatori sociali sfiorano quota 300, di cui quasi 200 per la sospensione con il fondo per l’artigianato e sono laboriose per la parte di raccolta delle firme dei titolati e dei dipendenti dovendo evitare spostamenti. Del fatto abbiamo interessato la Questura, che ci ha risposto puntuale».

«Certamente l’impegno profuso verso l’assistenza ai dipendenti delle nostre aziende – conclude la presidente Scarzanella – non è il solo fronte su cui Confartigianato Belluno sta concentrando gli sforzi. Sul tavolo c’è l’altra grossa questione della necessità di risorse per noi imprenditori, che con i 600 euro attualmente stanziati difficilmente potremo rialzarci».

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