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venerdì 29 Marzo 2024,

Wanbao-Acc, lettera aperta al ministro Patuanelli del sindaco Cesa

Il primo cittadino di Borgo Valbelluna (nella foto) chiede ragione della mancata nomina di Maurizio Castro a commissario giudiziale che annulla un percorso comune di sei mesi di istituzioni e forze sociali e che rischia di compromettere il futuro dello stabilimento di Mel.

Il sindaco di Borgo Valbelluna, Stefano Cesa, ha indirizzato una lettera aperta al ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, a proposito della mancata nomina di Maurizio Castro quale commissario giudiziale dello stabilimento Wanbao Acc di Mel. Una scelta della quale il primo cittadino chiede spiegazione perché, sottolinea, «contraddice radicalmente il lavoro comune portato avanti in questi mesi».

Dopo aver ricordato che la fabbrica di compressori per frigoriferi è stata costruita con i fondi della ricostruzione dopo la tragedia del Vajont e che per lunghi anni è stata la più importante al mondo per volumi, tecnologia e occupati, nella sua lettera aperta il sindaco Cesa fa presente al ministro che lo stabilimento oggi versa di nuovo in difficoltà dopo essere stato spogliato dai fondi speculativi che l’avevano rilevato da Electrolux nel 2003 e dopo essere stato salvato grazie all’amministrazione straordinaria nel 2014 e poi ceduto al gruppo pubblico cinese Wanbao.

«Da quando, alla fine di settembre dello scorso anno, la proprietà cinese ha annunciato la chiusura della fabbrica» ha scritto Cesa a Patuanelli, «c’è stato uno sforzo corale di tutte le istituzioni, dei sindacati, dei lavoratori, della popolazione, persino della Chiesa, per trovare una soluzione. E la soluzione è stata trovata, proprio nel suo Ministero e con il suo Ministero, con un patto istituzionale condiviso: fermare la chiusura, accompagnare l’Azienda, con il consenso della sua proprietà, verso l’amministrazione straordinaria e affidare da subito al commissario Acc, dr. Maurizio Castro, manager molto esperto del settore e assolutamente credibile a livello internazionale, il mandato pieno e forte di relazionarsi con clienti e fornitori per garantire la continuità produttiva, in attesa di assumere formalmente l’incarico di commissario di Italia Wanbao Acc». Ma, continua la lettera aperta del sindaco al ministro, «improvvisamente, senza alcuna motivazione e spiegazione, lei annulla il percorso comune intrapreso per sei mesi, smentisce clamorosamente i suoi colleghi di Governo e la sua struttura che erano stati protagonisti di quel patto istituzionale e individua come commissario giudiziale una professionista la cui assoluta inesperienza nell’ambito di business industriali a livello internazionale è clamorosamente evidente».

«Lo sconcerto dei mercati di fronte a un episodio di incredibile inaffidabilità del Governo Italiano è già percepibile – sottolinea ancora Cesa – e può portare a breve all’abbandono dei programmi di affidamento a Mel di importanti volumi produttivi che erano stati conseguiti proprio in questi mesi. Tutto il tessuto produttivo che ruota attorno a Italia Wanbao Acc, i lavoratori, i sindacati e l’intero territorio sono fermamente convinti che, in questo particolare momento, per la complessa e difficile situazione di questa realtà industriale, c’è solo un manager, individuato nella figura del dr. Maurizio Castro, che può avere quella competenza e determinazione necessari per tentare di risollevare le sorti industriali ed occupazionali di questo stabilimento».

«Lei comprende certamente», conclude la sua lettera aperta al ministro Patuanelli il sindaco Cesa, «come io e i cittadini che rappresento non possiamo accettare in silenzio che il destino di 300 famiglie della nostra comunità (senza contare il vasto indotto) e quello di un elemento forte della stessa identità sociale e culturale del nostro territorio siano messi a rischio da scelte del suo dicastero totalmente opache e incomprensibili. Sono altrettanto convinto che Lei non può assumersi la responsabilità di una possibile desertificazione del sito produttivo di Mel che non sarà solo industriale, ma anche civile e sociale, perché accompagnata da un impoverimento ed indebolimento, anche demografico, della nostra comunità».

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