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giovedì 28 Marzo 2024,

Lupo, Regione rifinanzia il fondo indennizzi e prevenzione con 250 mila euro

Nel 2019 gli attacchi del lupo hanno causato in provincia di Belluno la morte di 104 capi, soprattutto tra ovini e caprini e asini. Si aggiungono 3 casi di animali feriti e 27 di dispersi.

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Nel 2019 gli attacchi del lupo hanno causato in provincia di Belluno la morte di 104 capi, soprattutto tra ovini e caprini e asini. Si aggiungono 3 casi di animali feriti e 27 di dispersi. Numeri in diminuzione rispetto al 2017 (quando tra capi morti e feriti il totale era stato di 171) e al 2018 (159), ma comunque rilevanti. I dati sono riassunti nel report tecnico della Regione del Veneto sui danni causati da grandi carnivori alle produzioni zootecniche.

I lupi, presenti ormai in quattro province venete (Verona, Vicenza, Belluno e Treviso), hanno attaccato 159 aziende e causato la morte di 425 capi, il ferimento di 55 e la dispersione di 302 animali, tra bovini, ovini e caprini, asini e cavalli. I territori dove le predazioni sono state più consistenti sono la Lessinia, dove tra maggio e metà giugno si è concentrato il numero più consistente nel Veronese di capi uccisi o dispersi, e il Vicentino, con l’Altopiano di Asiago: qui, in particolare, le statistiche dei capi uccisi registrano una impennata anomala (266 a fronte dei 173 del 2018), a causa di quanto avvenuto il 1° agosto scorso a Malga Campocavallo, quando un unico attacco predatorio del branco ha causato la perdita di 75 pecore e capre, rimaste imprigionate tra i tronchi abbattuti da Vaia.

La giunta regionale del Veneto ha deciso di rifinanziare con 250 mila euro il fondo regionale per la prevenzione e l’indennizzo di danni causati dagli attacchi dei grandi predatori, lupi e orsi. Su proposta dell’assessore all’agricoltura Giuseppe Pan, il fondo per il 2020 aumenta di 50 mila euro per integrare le risorse stanziate dal Programma di sviluppo rurale per gli interventi di prevenzione: recinti elettrificati, dissuasori acustici e dissuasori ottici.

«Nella programmazione del Psr 2014-2020 la Regione Veneto», spiega Pan, «ha previsto un intervento complessivo di 500 mila euro a sostegno degli investimenti di allevatori e pastori perché si dotino delle necessarie misure preventive rispetto all’attacco dei grandi carnivori, in particolare lupi e orsi. La somma aggiuntiva di 50 mila euro stanziata quest’anno aiuterà le aziende escluse dai bandi del Programma di sviluppo rurale o arrivate a bando concluso. Così sarà possibile garantire continuità non solo all’attività di indennizzo dei danni diretti o indiretti subiti, ma soprattutto al lavoro territoriale di sensibilizzazione e supporto agli allevatori perché si dotino degli strumenti possibili per proteggere i loro capi dagli attacchi di lupi e grandi carnivori. Ricordo che 8 volte su 10 il lupo ha attaccato capi incustoditi o protetti da sistemi inadeguati di recinzione».

«Al netto dell’episodio a Malga Campocavallo, difficilmente prevenibile», commenta Pan, «il numero di capi predati nel 2019 risulta inferiore del 10% rispetto ai 450 capi del 2018, sebbene nel frattempo sia aumentato il numero di branchi nelle aree alpine e prealpine del Veneto. Il calo delle predazioni interrompe un trend che appariva in costante crescita dal 2012 (anno della prima comparsa del lupo in Lessinia) e dimostra che gli interventi di prevenzione e difesa messi in campo dalla Regione, grazie alla collaborazione delle associazioni e delle istituzioni locali e al supporto di esperti e del mondo accademico, stanno iniziando a mitigare l’impatto del grande predatore. Resta tuttavia aperto il problema della convivenza tra il lupo, ormai presente con una dozzina di branchi, e aree fortemente vocate alla pastorizia e soprattutto all’allevamento bovino come la Lessinia, l’Altopiano di Asiago, il Grappa, o i pascoli della Valbelluna. Ma solo un piano di gestione nazionale potrà consentire di affrontare organicamente il problema, visto che il lupo è specie protetta».

Gli interventi messi in atto dalla Regione nei confronti degli allevatori non si limitano al fondo regionale per gli indennizzi dei danni diretti e indiretti (la cui disponibilità risarcitoria è salita dai 40 mila euro del 2016 ai 400 mila euro del biennio 2019-2020). «Dal 2016 ad oggi la Regione Veneto ha stanziato oltre un milione di euro», ricorda Pan, «per finanziare 432 interventi di prevenzione e messa in sicurezza nelle malghe e nelle aziende zootecniche, fornendo cani maremmani, recinti elettrificati, dispositivi di dissuasione e la consulenza di tecnici, sia per la corretta installazione e il controllo dei dispositivi, sia per la corretta presentazione della domande di indennizzo. Indennizzi che la Regione liquida con una tempistica sempre più celere: il tempo medio nel 2019 è stato di 114 giorni, ma quando l’istanza è correttamente compilata riusciamo a pagare entro due mesi».

1 commento

  • Fa piacere leggere che finalmente l’assessore regionale comprende che anche gli animali selvatici hanno il loro territorio e che bisogna concedere contributi agevolati agli imprenditori montani per rinforzare e rendere sicuri i loro allevamenti utili alla montagna. Bravo Assessore.

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