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venerdì 29 Marzo 2024,

Torneranno dal 18 maggio le celebrazioni liturgiche con il popolo

Firmato a Palazzo Chigi da Governo e Cei (Conferenza episcopale italiana) il protocollo sulle misure da adottare per garantire la sicurezza (nella foto il cardinale Bassetti e il premier Conte).

È stato firmato ieri, giovedì 7 maggio, a Palazzo Chigi, il protocollo che permetterà la ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo. Sottoscritto dal presidente della Cei (Conferenza episcopale italiana), cardinale Gualtiero Bassetti, dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, il protocollo entrerà in vigore da lunedì 18 maggio (in fondo a questo articolo se ne può scaricare il testo).

Nel rispetto della normativa sanitaria disposta per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, il protocollo indica alcune misure da ottemperare con cura, concernenti l’accesso ai luoghi di culto in occasione di celebrazioni liturgiche; l’igienizzazione dei luoghi e degli oggetti; le attenzioni da osservare nelle celebrazioni liturgiche e nei sacramenti; la comunicazione da predisporre per i fedeli, nonché alcuni suggerimenti generali.

«Il protocollo è frutto di una profonda collaborazione e sinergia fra il Governo, il Comitato Tecnico-Scientifico e la Cei, dove ciascuno ha fatto la sua parte con responsabilità», ha evidenziato il cardinale Bassetti, ribadendo l’impegno della Chiesa a contribuire al superamento della crisi in atto.

«Le misure di sicurezza previste nel testo – ha sottolineato il presidente Conte – esprimono i contenuti e le modalità più idonee per assicurare che la ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo avvenga nella maniera più sicura. Ringrazio la Cei per il sostegno morale e materiale che sta dando all’intera collettività nazionale in questo momento difficile per il Paese».

«Fin dall’inizio abbiamo lavorato per giungere a questo protocollo», ha ricordato il ministro Lamorgese. «Il lavoro fatto insieme ha dato un ottimo risultato. Analogo impegno abbiamo assunto anche con le altre Confessioni religiose».

Da parte sua il vescovo di Belluno-Feltre, Renato Marangoni, ha fatto presente che «non servono giri di parole per manifestare la contentezza che sia avvenuto questo passo nel cammino arduo e faticoso della fase 1 di Covid-19 e dell’inizio della fase 2 di cui abbiamo appena iniziato il percorso. Siamo soprattutto riconoscenti del fatto che sia avvenuto in un clima di accordo e di vicendevole comprensione tra tutti i soggetti di responsabilità direttamente coinvolti. Come Chiesa appassionata a questo nostro Paese, confermiamo il nostro serio e volonteroso impegno a tradurre l’accordo in testimonianza di fede, di speranza e di carità, nell’adesione alle condizioni e norme di salute pubblica che questa particolare situazione di pandemia richiede».

«Siamo consapevoli che il passaggio ora da compiere è gravido di responsabilità», ha continuato il vescovo Renato. «Le nostre comunità parrocchiali insieme a tutto il nostro presbiterio si dedicheranno con attenzione, rispetto, comprensione reciproca e cura vicendevole ad attuare il bene possibile. Occorrerà pazienza nel non pretendere il tutto da subito. Cercheremo insieme di concretizzare quanto Papa Francesco ha rilevato: “Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca […] tutti chiamati a remare insieme”».

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