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venerdì 29 Marzo 2024,

Ampliamento plateatici post Covid, «Meno scartoffie e costi abbattuti»

Il Comune di Belluno pensa a come sostenere la ripresa delle attività post epidemia. E oggi, lunedì 11 maggio, la giunta ha approvato degli indirizzi volti ad aiutare i locali nel ritorno al lavoro e nel rispetto delle norme di distanziamento.

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Il Comune di Belluno pensa a come sostenere la ripresa delle attività post epidemia. E oggi, lunedì 11 maggio, la giunta ha approvato degli indirizzi volti ad aiutare i locali nel ritorno al lavoro e nel rispetto delle norme di distanziamento. Nella sostanza, costi abbattuti e meno “scartoffie” da compilare per ampliare i plateatici dei pubblici esercizi. «Questa è solo una delle misure di sostegno che vogliamo inserire nel pacchetto al quale stiamo lavorando con le altre realtà del Distretto del commercio», anticipa l’assessore Yuki d’Emilia. «Questa mattina ci siamo confrontati con i Comuni di Ponte nelle Alpi e Feltre e abbiamo riconosciuto la necessità di individuare una lista di azioni condivise per sostenere la ripartenza delle attività commerciali, e le agevolazioni all’ampliamento dei plateatici è certamente una di queste, come lo slittamento dei termini per l’imposta di soggiorno e Cosap adottato dal Comune di Belluno nelle scorse settimane».

«Le regole sul distanziamento penalizzeranno ulteriormente i locali pubblici, già piegati da oltre due mesi di chiusura forzata,» spiega il sindaco, Jacopo Massaro. «Per questo, la “spallata” alla burocrazia che stiamo dando con questo provvedimento per ampliare gli spazi all’esterno dove posizionare i tavoli, o per agevolare la richiesta di occupazione di nuovi spazi per chi non ne avesse già usufruito, vuole essere un segnale di aiuto a queste attività, ma anche alle altre realtà economiche che potranno contare sulla vitalità di bar, ristoranti, pizzerie».

Per sostenere la ripresa, il primo obiettivo sarà quello di ridurre le pratiche amministrative: per le occupazioni costituite da arredi non saldamente ancorati a terra, non occorreranno autorizzazioni urbanistiche o edilizie; le richieste dovranno essere corredate da una planimetria in cui devono essere evidenziati gli arredi che si vogliono installare e gli spazi che si intendono occupare, evidenziando le superfici necessarie per garantire il rispetto del distanziamento. Le domande saranno accolte compatibilmente con la disponibilità di spazi e anche con l’eventuale possibilità di sottrarli temporaneamente alle aree di sosta, purché non si tratti di spazi “riservati alla sosta di persone con ridotta capacità motoria, o di aree antistanti le vetrine di altri esercenti su sede fissa, o di aree solitamente occupate da associazioni o esposizioni”; in caso di richieste di ampliamento in conflitto fra loro, si suddividerà lo spazio conteso fra tutti gli interessati, assicurando a tutti, nei limiti del possibile, lo stesso incremento percentuale di superficie occupata.

«In sostanza», spiega Massaro, «si potranno recuperare all’esterno le superfici di vendita, perse a causa del distanziamento sociale, mantenendo le distanze di sicurezza e senza necessità di alcuna richiesta, fatta salva la planimetria per verificare la presenza di eventuali problematiche. Non solo: si potranno ampliare ulteriormente le superfici di vendita attraverso una semplice Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), come già avviene ad esempio in caso dei concertini estivi. Chiederò comunque all’assessore regionale al commercio, Roberto Marcato, un intervento che consenta di derogare ulteriormente alle norme e alla burocrazia previste in questi casi».

Novità anche sul fronte dei costi: «In attesa di un provvedimento nazionale, annunciato a breve, che cancelli il Cosap (Canone di Occupazione Spazi e Aree Pubbliche) e che allo stesso tempo garantisca uguali entrate ai Comuni, prevederemo che nel calcolo non venga conteggiato lo spazio tra i tavoli necessario per garantire il rispetto del distanziamento sociale. Chi vorrà ampliare il suo spazio esterno, quindi, si troverà a pagare solamente per lo spazio occupato dai tavoli, e non per l’intera superficie su cui questi sono distribuiti».

«In attesa di novità sul fronte fiscale, quindi, la sburocratizzazione è la priorità in questo momento», conclude Massaro. «Questa possibilità di ampliare in maniera più facile e veloce i plateatici era già stata concordata a marzo con le associazioni di categoria, ma il processo si era poi fermato con il decreto che sanciva la chiusura dei locali pubblici. Ricordiamo infine che già dallo scorso 16 aprile, per sostenere i nostri commercianti in attesa di una decisione da parte del Governo, abbiamo sospeso e rinviato a fine luglio il pagamento del Cosap, mentre è stato spostato a metà ottobre quello dell’imposta di soggiorno. Questi provvedimenti sono stati presi in attesa di decisioni a livello nazionale e regionale che indichino se e come queste imposte possano essere cancellate, e come le perdite causate ai Comuni dai mancati introiti verranno sanate. Se da qui alle scadenze fissate dal Comune di Belluno non dovessero arrivare questi provvedimenti, siamo ovviamente pronti ad approvare un nuovo slittamento dei termini».

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