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giovedì 25 Aprile 2024,

Belluno Alpina: «Interventi urgenti per chi vive sopra i 600 metri»

L'associazione fa un confronto tra le iniziative portate avanti in Veneto e in Emilia Romagna (nella foto, momento di festa alle Ronce negli anni Ottanta).

Taglio dell’Irap per i lavoratori nelle aree montane e contributi a fondo perduto per l’acquisto o la ristrutturazione di immobili nei comuni di montagna, per un totale di 23 milioni di euro a disposizione: non accade nelle “solite” e speciali regioni del Trentino-Alto Adige o del Friuli Venezia Giulia, ma nell’ordinaria Emilia Romagna. «Questo dimostra che se si vuole aiutare la montagna lo si può fare senza poteri speciali o emergenze», sottolinea il presidente di Belluno Alpina Gimmy Dal Farra. «Ormai siamo circondati da regioni che attuano politiche concrete contro lo spopolamento della montagna mentre noi che siamo una provincia interamente montana restiamo al palo».

Confrontando Emilia Romagna e Veneto emerge che «hanno un bilancio sostanzialmente simile e contano entrambe circa 120 comuni montani nel loro territorio. Non è questione di autonomia, ma di volontà», sottolinea Dal Farra. «Un territorio montano di questi tempi non può farcela da solo: la differenza di costi per vivere e abitare, semplicemente scaldarsi in inverno, è evidente e netta. Noi che viviamo e lavoriamo sul territorio 365 giorni all’anno stiamo portando avanti il nostro progetto antispopolamento Ronce 2020 che interessa il comprensorio Quantin-Nevegal-Ronce-Valmorel, e in questi giorni si è rafforzato il dialogo e il confronto con il presidente e il direttore del Gal Prealpi e Dolomiti per far sì che le linee guida del progetto siano condivise, per uniformare le varie iniziative».

«Stiamo lavorando a un progetto articolato, che va da aiuti per le ristrutturazioni al supporto ai negozi di vicinato e al bar del paese, ma intanto serve con urgenza concretizzare azioni per i residenti, come un sostegno economico per mantenere la pulizia dei prati e dei boschi», prosegue. «Noi lavoriamo per difendere il territorio, ma anche i lavoratori: le partite iva in montagna in qualsiasi settore sono sempre in balia del tempo, e hanno variabili enormi a seconda di quanti turisti arrivano; in pianura e in città il passaggio di gente è diverso, quasi costante, e gli incassi salvo tragedie come quella che stiamo vivendo sono abbastanza lineari. Serve supporto per chi abita e tiene pulito il territorio: serve subito, e deve diventare strutturale, come fanno i nostri vicini autonomi e l’ordinaria Emilia Romagna che aveva inserito questi provvedimenti già nel bilancio previsionale di novembre 2019. Una provincia interamente montana come Belluno avrebbe dovuto godere di queste misure già da molto tempo: lo Stato deve riconoscere i problemi del territorio non solo sulla carta. Deve intervenire concretamente e economicamente per dare a tutti noi che viviamo sopra i 600 metri di quota gli strumenti per vivere, senza pensare di paragonarci a chi vive in pianura e in città che può godere di tutt”altri servizi e vantaggi».

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