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venerdì 29 Marzo 2024,

I cinghiali devastano decine di ettari di mais a Sedico

Tabula rasa nei campi appena seminati, oltre 30.000 euro di danni per gli agricoltori.

Decine di ettari di campi di mais devastati, oltre 30.000 euro di danni per gli agricoltori. È il bilancio delle scorribande di un branco di cinghiali avvenute l’altra notte tra Sedico e Santa Giustina. Una devastazione che ha colpito principalmente le aziende agricole di Stefano Catani e Giuseppe Varotto, anche se nei dintorni altri hanno registrato danni alle colture, seppur minori.

Stefano Catani ha un’azienda di seminativi vicino a località Boscon, dove pare si siano stanziati gli ungulati: «Mi hanno divorato 10 ettari di mais seminato venti giorni fa», racconta. «Hanno scavato alcune file rivoltandole come fa l’aratro, facendo tabula rasa. È tutto pulito, non c’è più niente. Qualcuno ha contato 50-60 cinghiali tra Sedico, San Fermo e Salce. Sono invisibili di giorno e di notte fanno razzie. Dicono che ci siano le madri dei cinghialini che portano i piccoli a fare campo scuola tra il mais. Ma per me è una grande perdita. Tra risemina e mancato guadagno il danno è di circa 1.000 euro a ettaro. In più c’è da mettere in conto il ritardo nello sviluppo delle colture e anche il fatto che il mais lo uso anche come mangime per le vacche da latte. L’anno scorso i cervi mi avevano fatto fuori la soia, e non ho visto ancora un centesimo. La Regione Veneto ha pochi soldi per i risarcimenti e arrivano dopo anni».

Giuseppe Varotto ha parecchi ettari di seminativi tra Sedico e Santa Giustina. «I cinghiali hanno distrutto otto ettari di mais a Sedico, altri dieci ettari tra Sedico e Santa Giustina e ulteriori tre ettari a Santa Giustina. In più, nella zona di Limana, altri 5 ettari sono stati fatti fuori dai corvi. La Provincia ci ha dato delle gabbie per catturare i volatili, mentre per i cinghiali siamo completamente indifesi. Bisognerebbe fare delle battute di caccia e sparare un microchip a uno del branco per riuscire a seguirli negli spostamenti e individuarli. Se non riusciamo a fare questo, si moltiplicheranno a dismisura e non potremo più seminare nulla».

Diego Donazzolo, presidente di Confagricoltura Belluno, ritiene che la misura sia colma: «Siamo arrivati a un punto che chi ha responsabilità politica deve ragionare e intervenire con forza. Pensare che la Provincia da sola possa risolvere i problemi non è possibile. Bisogna partire dall’Europa e dal Governo per far fronte a quella che è una catastrofe. Questo proliferare di fauna non è una benedizione, perché stiamo trasformando questa provincia in un luogo non più abitabile: tra lupo, cervi, cinghiali non si può più vivere e lavorare. Neanche camminare in tranquillità, perché si può incontrare un orso. Acquistiamo terreni, lavoriamo, li sistemiamo e ci devastano tutto. Chi paga? Chi ci risarcisce? È una questione di volontà politica, che attualmente è assente».

1 commento

  • Il problema è irrisolto da decenni. Ricordo una datata intervista a Zaia sulle devastazioni prodotte dai cervi in Pian del Cansiglio. Forse eravamo in campagna elettorale, ma affermò, con limpida intenzione di non perdere consensi, che non voleva essere ricordato per il Governatore che aveva autorizato l’abbattimento di quelle bestie. Gli “animalisti” che dettavano e continuano a dettare leggi da lussuosi appartamenti in condominio, non possono minimamente capire i sacrifici di coltivatori e allevatori per tenere in piedi le loro attività. Loro fanno la spesa al supermercato senza porsi la domanda sulla provenienza del prodotto. Se lo si trova vuol dire che il problema di: cervi, cinghiali,lupi, orsi, tassi ecc. ecc. è solo una spudorata invenzione di coltivatori e allevatori per ottenere denaro dall’Europa, e … i “Governatori” la avallano. Caro Zaia, risolutore veneto del Coronavirus, ora hai tempo per mettere in agenda la soluzione questo vecchio virus che distrugge la nostra economia bellunese e da molti anni prima.
    Le elezioni, forse, si svolgeranno a Settembre. Qualche voto in più lo potresti ricevere anche dai “contadini”, oltre che quello già scontato degli ospedalieri.
    Basterebbe semplicemente obbligare i cervi a rimanere a casa, ai cinghiali e lupi di mantenere distanze di sicurezza e mettere la mascherina “anti-morso e guanti usa e tientili, come nella maggior parte delle nostre attività, ma sopratutto che non facciano”movida”.
    .. a buon intenditor …

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