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domenica 5 Maggio 2024,

“Il tempo e i giorni”, Alessia Buiatti mette in scena il canto su giovinezza e innocenza

L'emergenza Covid19 ha bloccato le ultime fasi di post produzione di questo film breve. La Biuatti, sceneggiatrice bellunese, ha lanciato una raccolta fondi per perfezionare le ultime piccole lavorazioni di post produzione.

«”Il tempo e i giorni” è un canto sulla giovinezza e sull’innocenza, la capacità di dimenticare il male attraverso il gioco e poi di ripiombarci dentro, perchè è dai grandi che in fondo dipende la felicità». Così Alessia Buiatti, sceneggiatrice bellunese, descrive il film a cui sta lavorando e del quale è autrice. Si tratta del primo di una trilogia che parla di infanzia e amicizia, paura e violenza, ricerca della libertà.

«Il film è girato in digitale e analogico. La pellicola gioca un ruolo di primo piano perché le vicende sono collocate nel passato di chi come me è nato fra gli anni ’70 e ’80, con le Super8 a riprendere i nostri primi passi o quegli amori mai rivelati che facevano arrossire e battere il cuore», sottolinea Buiatti. «Daniele, il protagonista maschile del film, fa proprio questo: riprende Caterina con la cinepresa perché la trova bellissima e ha paura di perderla. Cat è dolce, ma ombrosa. Scappa sempre, pianta il muso, è piú grande della sua età».

L’emergenza Covid19 ha bloccato le ultime fasi di post produzione di questo film breve. La Buiatti ha lanciato una raccolta fondi per perfezionare le ultime piccole lavorazioni di post produzione. Tutte le informazioni sul progetto e su come fare per sostenerlo si possono trovare al link https://www.produzionidalbasso.com/project/il-tempo-e-i-giorni-film/

“Il tempo e i giorni” è prodotto da Zetagroup srl di Treviso con il sostegno di Dolomia e il patrocinio dell’associazione nazionale D.i.Re. Donne in Rete contro la violenza, Sindacato dei Giornalisti del Veneto, Spazio Donna Onlus, Città Metropolitana di Venezia, Città di Treviso, Comune di Belluno, Fondazione Teatri delle Dolomiti, la collaborazione della Consigliera di parità della Città metropolitana di Venezia e molti altri.

«Parla perciò di violenza, ma sceglie di farlo dal punto di vista dei bambini», precisa l’autrice. «Gli adulti non sono personaggi in questa storia: con la camera siamo sempre vicini ai piccoli, indaghiamo come vivono, cosa provano, cosa raccontano uno all’altra, come si nascondono e reagiscono alla violenza. Scopriamo che sono poesia pura , dolcissimi e affidabili sempre, sognatori lucidi ma mai cinici, semplici eppure complicatissimi. Collocati in famiglie assenti o peggio maltrattanti, i nostri protagonisti vivono un’esistenza vicina a quella che tante volte sentiamo raccontare dai tg o addirittura vediamo personalmente, poche porte oltre la nostra. Ma come crescono i bambini che hanno vissuto tutto questo? Cat e Dani sono le anime pure che abbiamo perso. La vera sostanza di cui siamo fatti. Sono i nostri figli. I figli del mondo in cui viviamo. Sono i bambini che possiamo smettere di tradire. Riconoscere, ascoltare, amare».

«Tutte le persone che mi hanno supportato nel girarlo e nella post produzione sono professionisti molto capaci ed esperti», prosegue Buiatti. «Lorenzo Pezzano direttore della fotografia, Davide Vizzini al montaggio, Paolo Bandiera lo scenografo, Roberta Galesso ai costumi e make up, Marco Zambrano fonico di presa diretta, Erika Kuenka fotografa di scena, Alice Lorenzon alla color correction, Gabriella Sperotto designer e calligraphy. Inoltre, suona la colonna sonora originale di Dimartino. Ringrazio in modo particolare gli interpreti che si sono dedicati con grande serietà e altrettanta passione: la splendida Sara Lazzaro, Andrea Pergolesi, Emma Frison, che è entrata con delicatezza nei panni di Caterina, Francesco Petit Bon che l’ha accompagnata nel ruolo di Daniele e Lorenzo Salvetti, l’amico complice dei due protagonisti in una scena del film».

Dopo questa prima tappa, che é stata girata prima del DPCM 9 marzo 2020 a Lio Piccolo, seguiranno altri due episodi per sviluppare la vita adulta dei protagonisti. Il secondo vedrà Marghera come location principale fra ciminiere, fabbriche dismesse, degrado. Cat e Dani avranno trent’anni e saranno frammenti di loro stessi, alla ricerca della loro vera identitá. Il terzo episodio esplorerà, fra le Dolomiti e la laguna, le solitudini che sono diventati all’età di quarant’anni. E darà loro finalmente una possibilità di riscatto, alla conclusione di un percorso di ricerca doloroso e conflittuale al quale la vita li ha messi di fronte.

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