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giovedì 25 Aprile 2024,

Morto Giovanni Bortot, già deputato e sindaco di Ponte nelle Alpi

Il Partito democratico ne ricorda l’attenzione al bene comune, ai più deboli e al suo territorio.

Nella serata di ieri, giovedì 9 luglio, a 91 anni, è morto Giovanni Bortot, già sindaco di Ponte nelle Alpi e deputato del PCI. «Negli anni in cui il partito ha intrapreso tante trasformazioni, Giovanni Bortot ha continuato a portare un contributo lucido, mai fazioso, sempre costruttivo e attuale», sottolinea la segretaria provinciale del Partito democratico, Monica Lotto, secondo la quale «se ne va un punto di riferimento, un uomo che ha vissuto la politica in modo autentico e che ha insegnato molto».

Giovanni Bortot nacque a San Fior (Treviso) il 14 ottobre 1928. La sua famiglia, originaria di Quantin, aveva una piccola azienda agricola. Pur avendo frequentato solo le elementari, Bortot emerse per il buon senso e lo spirito d’iniziativa. Partecipò alla Resistenza e, finita la guerra, fu operaio edile per due anni nei cantieri di perforazione delle gallerie dell’impianto idroelettrico Piave-Boite-Vajont, partecipando alle lotte sindacali e politiche. Si iscrisse al Pci nel 1945 e ne divenne funzionario nel 1951. Fu eletto deputato nella V e VI legislatura. Nel corso di questi due mandati si è segnalato per la presentazione di 48 progetti di legge e per 21 interventi, prevalentemente a favore dei minatori e degli emigranti.

L’impegno parlamentare di Bortot ebbe un riscontro anche a livello locale contribuendo all’elaborazione di leggi che favorirono insediamenti produttivi e la ricostruzione dopo i disastri del Vajont e dell’alluvione del 1966. Il “fiore all’occhiello” dell’attività parlamentare di Bortot è, probabilmente, la modifica della legge sulla silicosi: per far meglio comprendere le problematiche mediche relative a questa malattia convocò a Roma per un’audizione in Parlamento il dottor Valentino Dal Fabbro.

Ultimata l’esperienza romana, Bortot continuò a impegnarsi nell’amministrazione del comune di Ponte nelle Alpi nel cui consiglio comunale entrò nel 1956 e dove fu più volte sindaco e assessore. Rimase in Comune fino al 2004, ma anche dopo il suo ritiro partecipò a numerose manifestazioni pubbliche e a svariate attività del Partito democratico.

La politica per lui non poteva prescindere dall’incontrare le persone, ascoltarne le preoccupazioni, capirne le necessità, sottolinea il Partito democratico.

Lascia la moglie Beppina e alla figlia Tiziana.

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