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giovedì 18 Aprile 2024,

Ricordati i caduti del Ponte di San Felice

Il corteo, accompagnato dalla banda di Sedico, ha ripercorso gli ultimi passi dei partigiani ammazzati dai tedeschi nella notte tra il 14 ed il 15 luglio 1944.

Nella mattinata di oggi, domenica 12 luglio, le rappresentanze dei Comuni di Sedico e Borgo Valbelluna, insieme ad altri amministratori pubblici e semplici cittadini, hanno ricordato con la tradizionale cerimonia annuale i caduti del Ponte di San Felice, facendo memoria anche di Giovanni Bortot, l’ex parlamentare del Pci e sindaco di Ponte nelle Alpi morto in settimana, che partecipò alla Resistenza come partigiano.

Il corteo, accompagnato dalla banda di Sedico, ha ripercorso gli ultimi passi dei partigiani ammazzati dai tedeschi nella notte tra il 14 ed il 15 luglio 1944 quando persero la vita Alfonso ed Ermenegildo Bogo, Emilio Bortot, Enrico, Giovanni e Graziano Dal Farra, Samuele De Salvador, Vittorino Fenti, Aldo Praloran, Sebastiano Reolon e Vittorio Tormen.

Davanti al monumento che si trova nei pressi del ponte, in Destra Piave, a perenne memoria del tragico episodio, si è tenuta la cerimonia ufficiale alla quale è intervenuto anche l’ultimo sopravvissuto, Giacomo Coppe. L’orazione è stata pronunciata da Rudy Roffarè, segretario generale aggiunto della Cisl di Belluno e Treviso, che ha citato tra gli altri Pietro Calamandrei, Sandro Pertini, papa Francesco e papa Benedetto XVI.

«In questi mesi – ha esordito Roffarè – siamo stati messi alla prova, ma queste cose ci devono servire da lezione. Come sindacato siamo preoccupati per l’autunno, ma siamo convinti che sono ancor di più le spinte di solidarietà. Ora è il momento di iniziare a guardare avanti. Usciremo cambiati nel modo di produrre, vendere, consumare. Dovremo pensare a nuovi modelli produttivi stando attenti alla sicurezza e alla salute dei lavoratori. Tornare a ragionare di economia reale, sostenibile e più intrecciata alle filiere corte. Proteggere le famiglie e aiutare anche le imprese. Attraverso un’Europa più solidale. L’esclusione sociale deve essere azzerata come il virus. Servirà un patto per la ripartenza che attraverso il dialogo preveda la condivisione di obiettivi».

Dopo Roffarè ha preso la parola il sindaco di Sedico, Stefano Deon, che ha ricordato appunto la figura di Giovanni Bortot. La mattinata si è conclusa in piazza dei Martiri a Bribano con la deposizione di una corona al monumento dedicato ai fratelli Giovanni e Dante Salce.

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