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sabato 20 Aprile 2024,

Continua (lentamente) il recupero dei posti di lavoro

I dati delle prime due settimane di luglio accentuano i segnali positivi di maggio e giugno, ma Veneto Lavoro osserva che il ritmo è ancora insufficiente per appianare le perdite accumulate durante la fase più acuta della crisi.

Prosegue in Veneto, seppure lentamente, il recupero dei posti di lavoro persi durante la fase più acuta dell’emergenza Covid-19. I dati delle prime due settimane di luglio confermano e accentuano i segnali positivi rilevati nei mesi di maggio e giugno, con un saldo nel periodo di +21.400 posizioni di lavoro dipendente, un valore superiore a quello registrato lo scorso anno. La differenza con il 2019, tra mancate assunzioni e rapporti di lavoro cessati, resta tuttavia elevata e quantificabile in circa 56.100 posti di lavoro in meno, pari al 2% dell’occupazione dipendente complessiva in regione.

I danni occupazionali subiti nella fase di lockdown non sembrano quindi recuperabili integralmente nel breve periodo, ma conforta la constatazione che la flessione occupazionale si sia arrestata e che vi siano indizi di recupero. Restano da valutare gli effetti del blocco dei licenziamenti e dell’estensione della cassa integrazione a buona parte della platea di lavoratori dipendenti, due provvedimenti che hanno contribuito a limitare il numero di cessazioni nel periodo di emergenza e che saranno probabilmente prorogati fino alla fine del 2020.

I miglioramenti registrati negli ultimi due mesi sono dovuti principalmente alla ripresa delle assunzioni che sono state in piena crisi tra il 23 febbraio e il 3 maggio (il 61% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), ma a partire da maggio hanno progressivamente ridotto il differenziale con il 2019, toccando -34% in maggio, -19% in giugno e -9% nei primi 12 giorni di luglio.

Le province venete più colpite si confermano quelle con una maggiore incidenza delle attività stagionali: a Venezia si è registrata da inizio anno una perdita di circa 24.500 posti di lavoro rispetto allo stesso periodo del 2019, a Verona di circa 15.800. Calo più contenuto nelle altre province: -6.500 a Padova, -5.300 a Treviso, -4.400 a Vicenza, -2.800 a Belluno e -1.500 a Rovigo. Il saldo di inizio luglio risulta positivo in tutti i territori, ma generalmente più basso rispetto a quello fatto registrare nel 2019 (+1.585 a Belluno).

Il turismo rimane il settore più colpito dagli effetti della pandemia e da solo spiega quasi la metà della contrazione occupazionale complessiva, con una riduzione di circa 26.000 posti di lavoro. Nessun settore è riuscito a recuperare completamente la caduta di posizioni lavorative rispetto al 2019. In maggiore difficoltà restano il settore dei trasporti e del magazzinaggio (-4.500 posti di lavoro dall’inizio della crisi rispetto al 2019), l’occhialeria (-1.000) e l’agricoltura (-1.400 la maggior parte dei quali persi nella fase iniziale della crisi).

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