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giovedì 25 Aprile 2024,

Monteverdi ritrova la sua voce originale a Belluno

La rivista "Ut Orpheus" si affida alla musicologa Melita Fontana per l’edizione critica del “Vespro della Beata Vergine” del “divino Claudio”.

Porta la firma della musicologa bellunese Melita Fontana l’edizione critica del “Vespro della Beata Vergine” (Venezia, 1610) di Claudio Monteverdi (1567-1643) pubblicata dalla prestigiosa “Ut Orpheus”. La nuova edizione scientifica mirata a ricostruire il testo musicale monteverdiano secondo la forma più vicina alla volontà dell’autore segue la pubblicazione, sempre a cura della dott.ssa Fontana, del volume dedicato alla “Missa In illo tempore” (1610), con cui la casa editrice bolognese ha aperto la collana di musica sacra dedicata al “divino Claudio”.

Con il “Vespro della Beata Vergine da concerto, composto sopra canti fermi” il compositore cremonese, al tempo ancora al servizio presso la corte di Mantova, a pochi anni dall’impiego di maestro alla Basilica di San Marco a Venezia, dà alle stampe la prima grande raccolta di composizioni sacre e celebra, con solennità e ampiezza di accenti, la festività della Vergine Maria in un accostamento originale dei due idiomi di “prima” e “seconda prattica”. Se nella stessa raccolta infatti la Messa mostra tutta l’ascendenza e la perfezione estetica del contrappunto fiammingo, il Vespro, pur rimanendo dichiaratamente un lavoro a destinazione religiosa, permea il valore intimistico della preghiera inserendo in mezzo ai salmi dei mottetti vocali-strumentali scritti secondo i criteri della nuova aria monodica operistica e nello stile concertante caratteristico della scuola veneta, dove la maggiore libertà appare in funzione di un’espressività in grado di “rappresentare” gli “affetti” dell’animo umano. Tutto ciò senza rinunciare all’unità di scrittura, garantita dal “cantus firmus” gregoriano alla base dell’opera.

Attiva in diversi settori della vita culturale di Belluno, promotrice e organizzatrice di numerosi eventi musicali, Melita Fontana è laureata in Musicologia con il massimo dei voti presso l’Università degli Studi di Pavia (Facoltà di Cremona) e ha conseguito con lode il Diploma Accademico di 2° livello in Management dell’Impresa culturale e di spettacolo presso il Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia. La musicologa si è occupata, a più riprese, del musicista bellunese Antonio Miari, di cui ha curato l’edizione della partitura delle “Lamentazioni di Geremia” e ha pubblicato per Pizzicato l’edizione critica del dramma giocoso in due atti “La stanza terrena” dopo la prima ripresa moderna dell’opera.

Oltre alle edizioni critiche monteverdiane del “Vespro” e della “Missa In illo tempore”, la casa editrice Ut Orpheus le aveva già affidato i testi poetici dei “Tres Libros de Musica en Cifras para Vihuela” (Sevilla, 1546) di Alonso Mudarra. Sull’edizione della “Missa In illo tempore” l’Ensemble Odhecaton, diretto da Paolo Da Col, ha inciso per Ricercar l’omonimo cd, vincitore di numerosi premi tra cui il Diapason d’Or in Francia. La stessa incisione è stata inclusa nel numero di aprile 2017 della rivista Classic Voice. L’edizione del “Vespro della Beata Vergine”, corredata da un’ampia prefazione in doppia lingua italiano e inglese e da apparato critico, è dedicato dalla musicologa alla madre. Un testo che riporta il genio di Monteverdi alla sua luce originale.

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