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martedì 16 Aprile 2024,

Nei prossimi due anni serviranno 350 operatori socio-sanitari

Fabbisogno in crescita. La Provincia di Belluno si attiva per promuovere i corsi e agevolare la frequenza.

Il fabbisogno di operatori socio-sanitari (Oss) nel Bellunese è in crescita. Sono state stimate all’incirca 350 figure professionali da qui ai prossimi due anni. Un numero elevato, che deve fare i conti con le difficoltà di natura geografica del territorio montano, e che deriva anche dall’aumento accelerato dell’età media della popolazione. Sono i dati analizzati nella mattinata di oggi, lunedì 10 agosto, a Palazzo Piloni, a Belluno, nel corso di una riunione finalizzata a promuovere l’organizzazione nei prossimi mesi di corsi di formazione per gli Oss. Presenti la consigliera provinciale delegata alla formazione, gli enti formatori del Bellunese (Ceis e Circolo cultura e stampa), Consorzio Bim, Veneto Lavoro e Ulss 1 Dolomiti.

«Il fabbisogno di operatori socio-sanitari è davvero importante e anche i 7 corsi autorizzati dalla Regione, il cui bando dovrebbe uscire domani, difficilmente riusciranno a coprire le necessità del nostro territorio», spiega la consigliera provinciale delegata a scuola e formazione. «Il nostro auspicio è che molti possano partecipare ai corsi, giovani e non solo. Si tratta infatti di un’opportunità di lavoro molto interessante, soprattutto in questo periodo di crisi economica. La figura professionale dell’operatore socio-sanitario è richiestissima in provincia di Belluno e dà la possibilità di una professionale stabile e garantita nella struttura ospedaliera dell’Ulss».

I nuovi requisiti per partecipare ai corsi di formazione sono più selettivi e potrebbero restringere la platea. Fino a poco tempo fa, infatti, era sufficiente un A2 come livello linguistico dell’italiano; adesso invece serve un B1. «Certo, potrebbe essere un ostacolo per molti, penso soprattutto agli stranieri che vivono nel nostro territorio», continua la consigliera provinciale delegata. «Ma dobbiamo vederlo invece come un incentivo ad acquisire competenze linguistiche e come un’opportunità di integrazione. A settembre attiveremo i primi incontri territoriali rivolti ai potenziali interessati. Da parte nostra l’augurio che il numero sia adeguato a far partire il maggior numero di corsi possibile».

La Provincia sta anche studiando alcune modalità per agevolare a livello economico la partecipazione e l’iscrizione ai percorsi formativi. I costi si aggirano sui 2mila euro, ma per i disoccupati la frequenza è coperta tramite voucher fino a 1.500 euro. Per la cifra mancante è al vaglio una collaborazione tra l’amministrazione provinciale, il Consorzio Bim e altri enti privati.

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