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venerdì 19 Aprile 2024,

Da 13 ponti a quattro, più una passerella retrattile: ecco i nuovi Serrai

A Rocca Pietore è stato presentato il progetto di recupero della gola. Due anni di lavoro (si parte subito) e 10 milioni di euro. Veneto Acque all’opera.

Prima c’erano 13 ponti dentro la gola dei Serrai, dove l’acqua e i sassi di Vaia hanno portato via tutto. Troppi, troppo fragile una strada così in un posto così. Il progetto di ricostruzione dei Serrai ne prevede solo quattro. Più una passerella rettrattile. O girevole, è da vedere.

Ieri, giovedì 15 ottobre, il progetto ormai cantierabile è stato presentato a Rocca Pietore a 35 persone su invito, causa rischio Covid. Amministratori del Comune, operatori turistici, associazioni, giornalisti solo di testate bellunesi. Veneto Acque, guidata dal feltrino Gianvittore Vaccari, gestisce il progetto su mandato del commissario Vaia, Zaia. Hanno parlato i tecnici e hanno spiegato come rinasceranno i Serrai. Ci vorranno 620 giornate effettive di lavoro (due anni, se tutto va bene) e dieci milioni di euro. Uno sforzo molto grosso per neanche due chilometri di strada. Ma è diventata l’emblema del disastro provocato dalla tempesta di fine ottobre 2018, così simbolica che la Fondazione Dolomiti Unesco (ieri c’era) ci mette il logo e la collaborazione.

E tutti ci metteranno la faccia. Andrea De Bernardin sindaco di Rocca ha sollecitato gli amministratori e i professionisti (sono davvero tantissimi, sono implicate molte competenze diverse) a fare il miglior lavoro possibile perché sui Serrai sono puntati i “riflettori” dell’Italia. L’operazione è molto delicata e le incognite non mancano: i tempi di ritorno del disastro sono calcolati in duecento anni, una cosa così è previsto che torni ogni due secoli, ma se capita prima? O se altri eventi atmosferici forti, come nell’agosto scorso, colpiranno i Serrai prima che il lavoro sia ultimato? Ecco, il gesto scaramantico ci sta.

Ha parlato Fabio Muraro di Veneto Acque, è lui il “capo” dell’intera operazione. Padovano, si è emozionato al microfono ricordando di essere stato condotto da suo padre nel Serrai quando aveva 8 anni. E adesso tocca a lui restituirli alla fruizione, rimetterli a posto, con la strada e i punti di attrazione, come sono le cascate e la chiesetta di Sant’Antonio. Sant’Antonio da Padova, ha sottolineato Muraro, coinvolto. Il progetto prevede il ripristino dell’intero percorso con acquedotto, fognatura, illuminazione, biglietteria.

Sul posto lo staff di Veneto Acque farà riferimento a un professionista “con le spalle grosse”: responsabile della cantierazione sarà l’ingegner Felice Gaiardo di Caprile, a lui si legano molte realizzazioni importanti di questi anni (la ciclabile, per dirne una). Nei Serrai, ha spiegato, si prevede la messa in sicurezza dei versanti; la strada, lunga 1.600 metri, sarà larga due metri e 70, meno di quella distrutta. Il percorso distrutto sarà modificato proprio perché scavalcherà il torrente Pettorina “solo” quattro volte, passando da un versante all’altro. In gran parte la sponda della nuova strada, che correrà quasi tutta nel fondo della gola, di fianco al torrente, sarà in scogliera di massi ciclopici, anche cementati. I progetto prevede che la strada possa resistere a un’altra Vaia e che possa far fronte a più frequenti casi di sommersione, con eventi meteo importanti, senza subire danneggiamenti. Per la superficie della strada il progetto prevede conglomerato bituminoso: altri materiali non resisterebbero quando ci saranno le esondazioni. Oltre ai quattro ponti, sono previsti due tombotti per governare l’apporto di due torrenti laterali nella Pettorina. Le strutture delle passerelle saranno in acciaio corten. L’attuale biglietteria sud diventerà un info point raggiungibile con la passerella mobile, da togliere in caso di severe previsioni meteo (il sindaco però avverte: piedi per terra, qua ghiaccia nove mesi all’anno e voglio vedere come faranno i meccanismi a “girare”!), la nuova biglietteria sarà incassata dentro il versante in destra orografica, poco sotto l’attuale. I danni, in occasione di Vaia, furono determinati dall’eccezionale portata d’acqua ma anche dal trasporto solido, per questo è necessario, in aggiunta, tutto un lavoro a monte di cui si stanno occupando i Servizi forestali regionali.

Si parte subito, dicevamo. Entro il 2020 i progettisti puntano a rendere accessibile per le maestranze tutto il percorso entrando da Nord, lato Malga Ciapéla. Soltanto così sarà possibile rilevare l’effettivo stato dei luoghi, anche dopo gli ulteriori eventi meteo recenti (agosto, tra tutti) che hanno ulteriormente modificato la situazione (e portato via un pezzo di pista che era già stata realizzata). Oggi non c’è più la possibilità di transitare da sotto il ponte della strada regionale fino alla biglietteria sud, prima cosa da fare: ripristinare quel passaggio. Il borgo di Sottoguda sarà interessato il meno possibile dal cantiere, la pista di cantiere dal lato di Sottoguda sarà realizzata in sinistra orografica, ma c’è comunque ancora tempo per valutare e decidere.

«Far tornare i Serrai come prima? Non è possibile», ha detto il sindaco Andrea De Bernardin, «sarebbe di nuovo tutto a rischio». Tornerà il trenino? «La strada sarà più stretta di prima, sufficiente per le emergenze. Il trenino ci passerebbe ma è da valutare se sia ancora possibile. Valuteremo se ne vale la pena. C’erano anche delle lamentele per il rumore, per l’odore del gasolio. Meglio elettrico, per esempio? Vedremo». E passeranno gli sciatori che, scendendo dalla Marmolada, una volta a Malga Ciapela potevano continuare la discesa nei Serrai fino a Sottoguda, la telecamera accesa sul casco? «Ecco, il discorso degli sciatori è più delicato, perché dava anche un riscontro economico per Sottoguda, il flusso era cospicuo. Scendevano lungo i Serrai, si toglievano gli sci all’info point e poi attraversavano il paese a piedi fino allo skibus sullo stradone. Si fermavano, guardavano, acquistavano. Bisognerà valutare bene, certo saranno da evitare le discese ”da bravata”, la discesa dovrà essere controllata perché non sia pericolosa. Ma è un’economia importante che sarà opportuno cercare di conservare».

C’era anche Mountain Wilderness. Sostanzialmente soddisfatti.

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