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venerdì 29 Marzo 2024,

Dal Correr al Fulcis, le spade bellunesi tornano a casa

Ventinove armi bianche di fattura bellunese troveranno presto collocazione nella splendida cornice dello spazio museale del centro città. L’annuncio oggi, mercoledì 20 ottobre, durante una videoconferenza in cui i partner di «Klang - spade di leoni e aquile» hanno fatto il punto sullo sviluppo del progetto (nelle foto, il sopralluogo dei ricercatori di Klang per misurare le spade e creare poi le teche su misura).

Dal museo Correr di Venezia al Fulcis di Belluno: 29 spade di fattura bellunese troveranno presto collocazione nella splendida cornice dello spazio museale del centro città. L’annuncio oggi, mercoledì 20 ottobre, durante una videoconferenza in cui i partner di «Klang – spade di leoni e aquile» hanno fatto il punto sullo sviluppo del progetto. Un progetto Interreg Italia-Austria V-A che vede protagonista la storia delle spade bellunesi e la volontà di rilanciare, attraverso essa, il turismo culturale.

«Le armi bianche dovrebbero arrivare a settimane», ha precisato Marco Perale, assessore alla cultura del Comune di Belluno, «e contiamo che l’allestimento possa essere completato per Natale». Dunque, salvo imprevisti e Covid permettendo, il nucleo di spade bellunesi potrà essere visitabile al Fulcis dall’inizio del prossimo anno. Il tutto grazie a una convezione con il museo Correr di Venezia. «La Fondazione Musei Civici è molto lieta della collaborazione avviata con Belluno e di aver siglato un protocollo d’intesa con il Comune per il deposito al Fulcis di armi bianche provenienti dal Correr», ha detto il responsabile del Museo, Andrea Bellieni. «La rete dei Musei Civici di Venezia è composta da 11 sedi. Al Correr c’è una vasta raccolta di armi bianche di origine sia patrizia che collezionistica». Un bel nucleo è composto da spade bellunesi. Quelle spade, oggi depositate al Correr, stanno per tornare a casa, a raccontare una storia gloriosa che merita di essere valorizzata.

«Non dimentichiamo che c’è stato un tempo in cui Belluno era regina incontrastata nella produzione delle spade» ha ricordato Perale, «che venivano esportate in Europa e non solo. Il risultato ottenuto grazie alla convenzione con il museo Correr – della durata di tre anni rinnovabili – ci permette di riallacciare i fili della memoria che si era persa, ma è anche una dimostrazione di quanto sia importante fare sistema tra i musei del Veneto. Nello stesso tempo, si va a superare la dicotomia tra arti di “serie A” e quelle considerate minori».

Al Fulcis, in una sala in corso di allestimento dedicato al ferro (dove c’era anche la grande cassaforte del Monte di Pietà), arriveranno due schiavone (arma bianca manesca del tipo spada diffusa durante il Rinascimento dalle truppe degli Schiavoni, i mercenari slavi della Dalmazia al servizio della Repubblica di Venezia) e una schiavonesca (spada rinascimentale veneziana a lama larga da cavalleria), oltre alla partigiana, che presenta fatture simili a quelle presenti sulle armi utilizzate da Enrico VIII e conservate nella Torre di Londra. Saranno poi in esposizione i falcioni, a lama monofilare, di norma molto ampia, e gli spadoni, che si chiamano così proprio perché sono alti ben 1 metro e 75 centimetri. Di rilievo anche la targa da scherma. «Oggetti che raccontano la storia dall’antichità fino all’età moderna», ha aggiunto Perale. «Immaginando di poter acquisire il quarto lotto di Palazzo Fulcis, questo primo nucleo potrà essere valorizzato ancor di più in futuro. Non dimentichiamo che diversi collezionisti di armi bianche hanno manifestato il loro interesse a fare delle donazioni al Fulcis».

Ma questa non è l’unica novità nell’ambito di «Klang – spade di leoni e aquile», che vede al lavoro assieme Circolo cultura e stampa bellunese, il Comune di Belluno (che è l’ente coordinatore di tutto il progetto), il Comune di Santa Giustina, il Comune di Maniago (in Friuli) e l’Università di Innsbruck, in Austria. «Nei primi mesi del 2021 pubblicheremo la guida turistica che censirà i luoghi più importanti legati alla produzione, ma anche alla commercializzazione delle spade e delle lame», ha evidenziato Ilaria Marcolin. «Quindi le miniere (del Fursil, a Colle Santa Lucia, ma anche in Tirolo), quello che rimane degli opifici fabbrili, musei e collezioni. La guida sarà tradotta in italiano, tedesco e inglese. Un itinerario culturale, storico e turistico, che permetterà a chi vorrà di percorrere questa sorta di strada che collega l’Austria, attraverso la nostra provincia, a Maniago». Grazie al coordinamento del Circolo cultura e stampa, si sta anche organizzando un grande evento internazionale che dovrebe portare a Belluno i massimi esperti del settore. «Sarebbe in programma a giugno 2021», ha detto ancora Marcolin, «ma tutto dipende da come evolverà la pandemia Covid».

Martina Reolon

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