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sabato 4 Maggio 2024,

Nuovo Dpcm, Pozza: «Colpo di grazia a imprese già provate dal primo lockdown»

Il presidente della Camera di commercio, insieme al segretario generale Tiozzo, presente anche i servizi digitali messi a disposizione delle aziende per aiutarle.

«La decisione di chiudere alle 18 i ristoranti e i bar è il colpo di grazia definitivo a un settore che era già stato messo duramente alla prova dal primo lockdown, ma aveva saputo reagire con dignità e coraggio. Il Governo dovrà assumersi la responsabilità di una scelta che porterà alla chiusura di attività storiche, facendo rimanere senza lavoro moltissime persone». Per Mario Pozza, presidente della Camera di commercio Belluno-Treviso e di Unioncamere Veneto, la situazione è disperata. E il Dpcm firmato domenica 25 ottobre provocherà l’abbassamento definitivo delle serrande per molte attività. «A febbraio/marzo avremo un quadro più chiaro della situazione e capiremo quali imprese ce l’avranno fatta e quali no», ha precisato Pozza. «Di nuove imprese abbiamo già visto un calo e nel secondo mese del prossimo anno ci sarà il dato definitivo. In questo momento è in piedi tutta una serie di provvedimenti che fa sì che le aziende continuino a essere registrate. Per esempio, per poter usufruire della cassa integrazione. Ma tra pochi mesi la situazione si mostrerà in tutta la sua drammaticità».

Il numero uno della Camera di commercio sottolinea che il Veneto, dal 2018, sta pagando il conto più salato, anche per la conformazione stessa del suo tessuto produttivo. «Non si può tirare troppo la corda», ha aggiunto, «la pazienza ha un limite. Quando non puoi più dare da mangiare ai tuoi figli crescono le tensioni sociali. Facciamo appello al Governo affinché ritari le misure prese». «Non ci si rende conto dell’impatto che il Dpcm avrà sui locali», ha detto ancora Pozza, «e i provvedimenti sono ingiustificati, dato che i contagi hanno riguardato solo in minima parte i ristoranti. Piuttosto, pensiamo alla situazione dei trasporti: perché non si è toccata la soglia massima di capienza dell’80%, quando sui mezzi studenti e cittadini viaggiano come sardine? Non si può pensare di penalizzare il mondo dell’impresa in questo modo. Abbiamo fatto sacrifici, messo in campo tutti gli accorgimenti anti contagio, investendo risorse». La Camera di commercio chiede al Governo provvedimenti semplici, applicabili e fondati sulla situazione reale.

Intanto il sistema camerale ha messo in campo diverse azioni “digitali” per aiutare le imprese in questo contesto di pandemia. «Mercoledì 28 ottobre, alle 16, è in programma un webinar per far conoscere ancor di più i servizi digitali forniti alle imprese», ha fatto presente Romano Tiozzo, segretario generale della Camera. «Sul nostro sito mettiamo inoltre a disposizione un programma di autovalutazione, che permette a ciascuna impresa di capire qual è il suo grado di preparazione in temine dei servizi digitali stessi». Uno dei più importanti è quello della firma digitale. «In Italia ci sono 6 milioni di imprese», ha detto ancora Tiozzo, «le Camere hanno rilasciato 4 milioni di firme digitali. Dato significativo. Per la Camera di commercio di Belluno Treviso siamo a quota 5.575 dispositivi di firma, di cui 4.612 su Belluno, che ha avuto una decisa impennata. Da oggi iniziamo poi la distribuzione di un nuovo Token, al costo di 70 euro, che consente di accedere a documenti della pubblica amministrazione anche dallo smartphone. Una sorta di firma digitale di ultimissima generazione. Per evitare di fare file in Camera di commercio, abbiamo attivato il riconoscimento da remoto. Il token di firma lo produciamo noi e lo consegnamo a casa dell’impresa. Tutto il processo è totalmente dematerializzato».

C’è poi un altro servizio, quello del “cassetto digitale”, che consente di avere nello smartphone, 24 ore su 24, tutte le informazioni sulla propria impresa, ma anche della pubblica amministrazione. «La Camera di Commercio di Belluno Treviso è al 7° posto in Italia per numero di imprese che utilizzano il cassetto digitale dell’imprenditore, con 19.668 su 103.414, circa il 20%».

Sempre in tema di dematerializzazione, Tiozzo ha ricordato che ogni anno la Camera produce 30 mila certificati per l’export: «Fino a qualche mese fa questi certificati venivano consegnati in via telematica ai nostri uffici, che poi li stampavano su carta. Oggi non è più così, è tutto più facile, non serve spostare le persone. Si spostano solo le merci, grazie a certificati stampabili in azienda».

Martina Reolon

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