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venerdì 29 Marzo 2024,

Covid, dalla Regione 757 mila euro per le case di riposo bellunesi

Il finanziamento rientra nei contributi straordinari per oltre 12 milioni destinati ieri ai centri per anziani non autosufficienti veneti.

Nel quadro delle iniziative legate all’emergenza Covid-19, la Giunta regionale del Veneto ha approvato ieri, martedì 10 novembre, l’assegnazione straordinaria, per un importo complessivo di 12 milioni 845.879 euro, di contributi a sostegno dei centri di servizi accreditati per l’assistenza agli anziani non autosufficienti. Alle 29 case di riposo bellunesi sono stati destinati in totale 757 mila euro, con importi che variano da 8 mila euro per una delle due strutture di Fonzaso a 60 mila euro per quella di Belluno.

«I contributi straordinari saranno distribuiti tramite le aziende Ulss del territorio ed Azienda Zero entro il corrente esercizio», ha sottolineato l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin. «Il provvedimento è stato varato per sostenere ulteriormente un settore del nostro sistema sociosanitario che si trova in prima linea in questa emergenza legata alla diffusione del Coronavirus. Consente, infatti, l’assegnazione di una serie di nuovi contributi compensativi che vanno a ristorare, per quanto parzialmente, i maggiori costi che gli istituti si sono trovati a sostenere nella gestione emergenziale. L’importo di ogni destinazione è stato determinato in rapporto al numero dei posti letto accreditati e alla valutazione delle situazioni in cui il fenomeno Covid si è manifestato con maggior prevalenza».

I contributi per le case di riposo bellunesi

«Le misure varate – ha proseguito l’assessore – sono, ancora una volta, un riconoscimento del valore dei centri per anziani non autosufficienti. Gli istituti ammessi a questa misura straordinaria, infatti, si confermano presidi fondamentali del modello sociosanitario. Stiamo parlando di 330 strutture all’interno delle quali in questa fase sono assistiti quotidianamente circa 32.000 ospiti. I contributi vanno a sostenere e compensare lo sforzo che in questi giorni è stato profuso, a beneficio di tanti nostri anziani, nel contenimento della diffusione del virus da un lato e nel mantenere in maniera adeguata e sicura i servizi essenziali per la parte forse più fragile della popolazione. Siamo certi di aver varato un provvedimento significativo nel quadro della lotta al virus ma anche di una maggiore unità e coesione sociale oltre che di valore per lo sviluppo economico. Va considerato, infatti, che l’indotto dell’offerta sociosanitaria residenziale, in questa fase, è rappresentato da 31.000 operatori soltanto tra il personale interno alle strutture».

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