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venerdì 19 Aprile 2024,

«Fai un regalo alla tua città! Sostieni con i tuoi acquisti i negozi vicino a te»

Confcommercio Belluno, insieme con Confcommercio Veneto, lancia una campagna per invitare la popolazione a favorire i negozi locali. Paolo Doglioni: «Occorre un patto sociale».

È stata presentata stamattina, venerdì 4 dicembre, la campagna di Confcommercio Belluno a sostegno dei negozi locali. Il messaggio e l’invito sono semplicissimi: «Fai un regalo alla tua città! Sostieni con i tuoi acquisti i negozi vicino a te». Si avvicina il Natale, periodo tra più importanti dell’anno per l’acquisto di regali: i negozi della provincia di Belluno, messi in ginocchio dalla pandemia, hanno bisogno che la popolazione “compri locale”, non acquisti lontano ma valorizzi invece gli esercenti del territorio. Per due motivi: primo, perché altrimenti molte attività saranno costrette a chiudere; secondo, perché occorre che tutti ci rendiamo conto che il negozio aperto significa vivacità, movimento, qualità della vita, qualità urbana, lavoro.

«Il momento drammatico che stiamo vivendo ci fa riflettere sul dopo pandemia», ha dichiarato il presidente di Confcommercio Belluno Paolo Doglioni, «i dati economici e demografici generano prospettive poco ottimistiche, dobbiamo davvero lavorare insieme per uscirne al meglio». Non è, infatti, soltanto una questione di negozi che chiudono, i negozi che chiudono di fatto portano con sé spopolamento come effetto di più lungo termine. «Già nella prima ondata ho più volte ribadito l’importanza vitale degli esercizi di vicinato», sono ancora parole del presidente dell’Ascom, «esercizi che pur tra mille difficoltà si sono messi in regola dal punto di vista sanitario e hanno svolto di fatto un servizio sociale. Attenzione: si sappia che non ci hanno guadagnato, tenendo aperto. Ma nella seconda ondata tutto il problema si è ingigantito».

Occorre un «patto sociale», Doglioni l’ha chiamato proprio così. «La campagna che mettiamo in atto invita a un “patto sociale” tra consumatori e attività commerciali aperte. Guardate che il rischio di chiusura c’è davvero e i ristori non permetteranno di salvare la situazione. Non c’è chiarezza legislativa, le scelte probabilmente sono fatte in buona fede ma da persone che non conoscono la realtà. La rete dei negozi locali è una rete di servizi che è funzionale al territorio, anche perché anima la città, bisogna capirlo. E una città animata rallenta il calo demografico, crea occupazione, valorizza il patrimonio immobiliare. Senza negozi il patrimonio immobiliare subisce una perdita netta che va dal 15 al 50%».

Il presidente dei commercianti è chiaro: «Ieri mille morti, è evidente che si deve cercare di tenere in primo piano la salute della gente, ma insieme la salute dell’economia. Noi vogliamo dare un segnale forte per esprimere vicinanza ai nostri associati, in questa pandemia che ha evidenziato la solitudine. Non possiamo lasciare qualcuno ai margini, dobbiamo essere un corpo unico i cui organi funzionano tutti».

Quali soluzioni? Difficile dirlo, ma «sia chiaro che per i ristoranti consegnare i piatti a domicilio è solo un’aspirina, non funziona!». Soluzioni? «Non lo so, so che bisogna coniugare la salute con l’economia e che niente sarà più come prima. Ma dobbiamo essere aiutati ad agevolare il cambiamento, ci vorrà tempo e l’Ascom cercherà di lavorare per favorirlo»

Su quattromila negozi, l’anno scorso ne abbiamo persi cento. Negli ultimi dieci anni, 547 vetrine si sono spente. Lo spiega Luca Dal Poz, il direttore di Confcommercio Belluno: «Noi sosteniamo che la demografia d’impresa, specialmente quella all’interno dei sistemi urbani, è strettamente legata con l’andamento della popolazione». C’è diminuzione del potere d’acquisto, sono calate le tredicesime, c’è minore capacità di spesa, solo il 74% della popolazione farà regali per Natale mentre l’anno scorso era l’87%, vuol dire che l’anno scorso sono stati spesi per i regali di Natale 8,9 miliardi di euro e quest’anno se ne spenderanno 7,3. I sondaggi dicono che le persone intenzionate a fare i regali «per fortuna hanno stanziato un budget tutto sommato invariato rispetto all’anno scorso. Speriamo che sia così e auspichiamo che questa possa essere ricchezza che si reinnesta sul territorio», non che sparisca altrove, lontano, magari anche all’estero.

Luigi Guglielmi

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