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giovedì 28 Marzo 2024,

Galvalux redistribuisce i margini tra i 110 dipendenti

Buoni spesa e premi di produzione. De Polo: «Il fattore umano per noi fa sempre la differenza».

Un’azione concreta di welfare aziendale: la cadorina Galvalux, leader della galvanica e tra le realtà manifatturiere più radicate del territorio, ha deciso di redistribuire ai dipendenti i margini di questo complicatissimo 2020. A ciascuno dei 110 collaboratori andranno infatti 350 euro di buoni spesa – da spendere in alcuni market del Cadore – e 1.000 euro di premio di produzione.

«Il fattore umano per noi ha sempre fatto la differenza, per questo abbiamo compiuto questa scelta senza esitazioni», spiega Angelo De Polo, presidente del Cda di Galvalux, a Pieve di Cadore dal 1973. «A causa del Covid anche noi, nel corso di quest’anno, abbiamo subito un calo di fatturato e in certi momenti siamo ricorsi alla cassa integrazione, ma in questo percorso a ostacoli abbiamo sempre potuto contare sui nostri collaboratori che non hanno mai fatto mancare il loro supporto».

Il pacchetto deciso per Natale da Galvalux non è una semplice “gratifica”: per tutti i soci, infatti, la questione è strategica e riguarda sia l’eccellenza della manodopera che la sua permanenza sul territorio: «È indispensabile trattenere le nostre maestranze in loco ed essere attrattivi anche nei confronti di nuovi collaboratori, solo così riusciamo a garantire produzioni di qualità continuando a guardare al futuro anche nel nostro Cadore».

Parole condivise da Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti: «La scelta di Galvalux è la dimostrazione che il binomio competenze e territorio va rinsaldato con politiche di welfare mirato e che gli stessi momenti di crisi non ci devono far perdere di vista l’obiettivo comune, ovvero far crescere le nostre comunità in maniera sostenibile. Questo maledetto virus non deve farci perdere di vista gli equilibri della nostra economia montana, l’importanza del capitale umano e di come farlo crescere e trattenere sul territorio», conclude Berton.

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