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giovedì 28 Marzo 2024,

Cultura, Deola: «La rete museale può diventare un marchio di destinazione turistica»

Il fatto che la Provincia voglia lavorare su questo fronte è stato spiegato dal consigliere delegato Simone Deola che, durante la videoconferenza di oggi, ha tracciato un bilancio di quanto realizzato e degli obiettivi futuri.

Dietro alla cultura ci sono processi di produzione, distribuzione e consumo che sono economici. La cultura si è riscoperta driver per la crescita economica, con un potenziale ancora da sviluppare in diverse aree di interesse. Un discorso che vale anche per il territorio bellunese. Il fatto che la Provincia voglia lavorare su questo fronte è stato spiegato dal consigliere delegato Simone Deola che, durante la videoconferenza di oggi, ha tracciato un bilancio di quanto realizzato e degli obiettivi futuri. Uno di questi è far sì che la rete museale diventi un vero e proprio marchio di destinazione turistica, in grado di proporsi all’esterno in modo coordinato ed efficace. «Abbiamo un patrimonio eccezionale», ha evidenziato Deola, «sia per la varietà delle collezioni che per le particolarità territoriali. Affinché l’obiettivo diventi realtà, è necessario dare nuovo slancio al progetto della rete, che forse in questi anni ha deluso le singole realtà museali, in quanto non è stato capace di fare un salto di qualità, di diventare un’entità in grado di coordinare le diverse strutture attive sul territorio».

La legge regionale ha stabilito tutta una serie di criteri minimi che le singole realtà museali devono possedere per essere riconosciute tali. «Avere una rete forte, che osserva questi criteri, permette alle strutture, specie a quelle più piccole, di non essere costrette ad adempiere a tutta una serie di obblighi, come per esempio l’assunzione di un curatore», ha precisato Deola. «In questi giorni è stata siglata con l’Università Iuav di Venezia una convenzione, volta a scattare una fotografia complessiva delle realtà presenti sul territorio». La svolta nella gestione della rete museale potrebbe avvenire anche con una revisione della struttura giuridica, che veda la partecipazione della Provincia e del territorio, ma anche di enti esterni, come avviene in altre parti d’Italia.

Il consigliere delegato Simone Deola.

«Quello della cultura è un settore importantissimo in un concetto di area vasta», ha precisato il consigliere. «Filo conduttore di scelte politiche è stato quello di riportare la Provincia al centro. Con questo non si vuole andare a mettere in discussione le scelte dei diversi comuni, ma recuperare una funzione di coordinamento, che è basilare». Il concetto di area vasta vale per i musei ma anche per le biblioteche. Pure in questo caso è fondamentale rinforzare la rete, di cui la Provincia è capofila. «Un grande ringraziamento va a Manuela Francescon, del Servizio provinciale biblioteche», ha aggiunto Deola. «Il 2020 è stato un anno impegnativo perché, a causa del Covid, c’è stato un intenso lavoro. Tutte le strutture hanno cercato nuovi modi per rimanere vicine ai propri utenti, con l’implementazione dei servizi di prestito digitale, con l’apertura della possibilità di pre-iscriversi online ai servizi, attraverso videoletture via internet per grandi e piccini, e collaborando con i servizi sociali dei Comuni e con le scuole per agevolare la didattica a distanza. C’è stata la riapertura dopo il lockdown: prenotazioni telefoniche, rispetto delle misure di prevenzione previste dalla normativa, cura degli ambienti con operazioni frequenti di pulizia, disinfezione e aerazione». La Regione, come per i musei, ha fissato criteri minimi anche per le biblioteche, «ecco quindi l’importanza di avere una rete che possa colmare le eventuali mancanze delle singole strutture».

Insomma, il 2020 è stato un anno difficile. La Provincia è riuscita fare tanto, nonostante la carenza di personale che riguarda anche il servizio cultura. «Non vogliamo assolutamente entrare in conflittualità con altri enti o attribuire responsabilità, ma il problema personale c’è», ha riflettuto Deola. «La Provincia si occupa del comparto cultura su delega della Regione. Della questione organici abbiamo parlato con l’assessore Corazzari. Le necessità impellenti, che rappresentano il minimo vitale, sono quelle di avere una figura a 36 ore per il settore biblioteche e un’altra che si occupi con Cristina Busatta del Museo di Seravella. Queste sono le questioni più urgenti».

Proprio in riferimento a Seravella, Deola ha ricordato che, nonostante personale all’osso, si è riusciti a portare avanti tante attività, grazie a convenzioni. Basti pensare a quella con Isoipse, che ha permesso di realizzare iniziative anche in periodo di pandemia, sia virtuali che in presenza. «Il Museo etnografico di Seravella è il nostro “serbatoio di Dna”», ha evidenziato, «e non possiamo palare di specificità della montagna se non andiamo a incentivare questo patrimonio. Continueremo a lavorare con l’Unione Montana Feltrina, che è proprietaria della struttura, affinché vi sia un comodato con la Provincia per la manutenzione ordinaria e per partecipare a linee di finanziamento che consentano di investire nel museo e nel suo roseto. Roseto che ci siamo resi conto essere il principale attrattore.

La Provincia è impegnata anche sul fronte delle pubblicazioni. Nei primi mesi di quest’anno uscirà, nell’ambito di “Tesori d’arte”, quella dedicata all’altare a battenti della chiesa di Santa Maria a Pieve di Cadore. «Una pubblicazione con informazioni sull’altare conservato a Londra, realizzato tra quindicesimo e sedicesimo secolo, testimonianza eccezionale di arte alpina», ha precisato il consigliere delegato. «Nel 2021 contiamo poi di trovare le risorse necessarie per coprire l’ultima parte del territorio rimasto scoperta dai Tesori d’arte, ossia la valle del Boite».

«Il 2021 sarà anche un anno importante per quanto riguarda particolari ricorrenze: il cinquantennale della morte di Dino Buzzati e il 500esimo della nascita di Cesare Vecellio. Vogliamo che la Provincia abbia un ruolo di primo piano nell’organizzare eventi dedicati», ha fatto presente Deola, facendo poi riferimento al patrimonio editoriale e fotografico di Palazzo Piloni. «Per quanto riguarda il primo, stiamo provvedendo a tutta la catalogazione, al fine di individuare una collocazione in uno spazio unico. Intendiamo inoltre utilizzare l’e-commerce per quel patrimonio librario che veniva venduto, per esempio, tramite gli Iat. Sul fronte del materiale fotografico, stiamo pensando a come valorizzarlo».

Infine, l’avviso pubblico “Professione Spettacolo”, lanciato da Provincia di Belluno e Fondo Welfare Dolomiti, in collaborazione con Telebellunodolomiti, Tib Teatro e Comitato d’Intesa per aiutare un settore, quello dello spettacolo appunto, pesantemente colpito dalla crisi causata dall’emergenza Coronavirus. Un avviso con cui si punta a selezionare professionisti dello spettacolo dal vivo per destinare loro contributi derivanti dalla raccolta di erogazioni liberali da parte della cittadinanza e delle imprese.

Martina Reolon

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