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venerdì 19 Aprile 2024,

Ecco perché Belluno finirà in fascia rossa

Soglia massima 250, Belluno è a 484: dal 16 dovrebbe scattare il nuovo parametro.

AGGIORNAMENTO (lunedì 11 gennaio, ore 18). La Conferenza delle Regioni riferisce che il vertice di oggi, lunedì 11 gennaio, tra Governo, Regioni ed Enti locali sulle nuove misure di contrasto al coronavirus da inserire nel prossimo Dpcm non si è concluso e sarà aggiornato giovedì 14 in mattinata. Nella riunione il ministro della salute Roberto Speranza e il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini hanno smentito l’ipotesi, suggerita dall’Istituto Superiore di Sanità, di far scattare la zona rossa ogni 250 contagi per 100mila abitanti, perché «una misura del genere incentiverebbe i territori ad effettuare meno tamponi». Confermato – riferisce ancora la Conferenza delle Regioni – l’abbassamento della soglia dell’Rt: con 1 si va in arancione e con 1,25 in zona rossa (il Veneto oggi è valutato poco sotto Rt1).

Il governo si prepara a varare il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) che aggiornerà il precedente del 3 novembre, quello che aveva introdotto le zone gialle, arancio e rosse: per ciascuna di esse da due mesi a questa parte sono state imposte diverse e via via più severe misure per il contenimento dell’epidemia di coronavirus, a seconda della gravità della situazione. Una lista di criteri oggettivi (una ventina) ha fin qui determinato l’inserimento di una regione in una delle tre fasce ma proprio la gravissima situazione del Veneto, che pure stando ai parametri meriterebbe ancora il giallo, imporrà un ritocco dei criteri per inquadrare meglio le criticità. Con il risultato che la nostra regione dal 16 gennaio (il nuovo Dpcm dovrebbe entrare in vigore in quella data, cioè sabato prossimo) potrebbe ritrovarsi rossa. Anzi, quasi sicuramente andrà così.

Il criterio guida rimane il livello di Rt, cioè la capacità di riproduzione (R) del virus nel tempo (t). Se è sopra 1 vuol dire che ogni persona contagiata è in grado di trasmetterlo ad almeno un’altra persona, in altre parole significa che il virus circola; se è sotto 1 vuol dire che un contagiato non riesce a contagiare un’altra persona, quindi potenzialmente l’epidemia è ferma. Ma siccome può essere che qualcosa sfugga, magari un insieme di fattori che generano un pericolo oggettivo e noi non siamo capaci di vederlo, il governo d’accordo con le Regioni ha deciso che l’ingresso in fascia rossa potrà essere determinato dalla semplice osservazione del numero dei nuovi positivi: se sono tanti vuol dire che qualcosa non va e allora è meglio “chiudere”.

La soglia è 250, stabilita dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e accolta favorevolmente dal Comitato Tecnico Scientifico (Cts) che guida le scelte del governo. Se in una settimana la somma dei nuovi positivi al tampone supererà 250 su 100 mila abitanti la regione cadrà automaticamente in fascia rossa con le regole che abbiamo dovuto osservare a Natale, capodanno ed Epifania, cioè nella situazione più simile al lockdown della primavera scorsa. Il testo del nuovo Dpcm non è ancora noto, ma su questo punto sembra che tutti siano d’accordo e domani è prevista una verifica.

Se sarà approvata la soglia 250, il Veneto con ogni probabilità finirà in fascia rossa perché nell’ultima settimana ha conteggiato più di 450 casi ogni 100 mila abitanti. La provincia di Belluno non se la passa meglio rispetto alla media della nostra regione, anzi dà un contributo a rendere più pesante la situazione: L’Amico del Popolo ha calcolato che nella settimana dal 3 gennaio a ieri, 9 gennaio, abbiamo avuto ben 484 nuovi casi positivi ogni 100 mila abitanti (in assoluto sono stati 974), un 7% in più rispetto all’indicatore veneto, moltissimo al di sopra della soglia rossa: siamo a 484 rispetto a limite massimo di 250. Tuttavia stiamo migliorando: come mostra il grafico realizzato dal nostro giornale, l’ultimo mese è stato segnato da un pesantissimo aumento dei contagi anche se l’abbiamo vissuto nella serenissima fascia gialla: 711 nuovi positivi (quasi il triplo della soglia di 250) nella settimana dal 13 al 19 dicembre, 701 nella settimana di Natale dal 20 al 26 dicembre, poi un calo a 520 (comunque il doppio della soglia di 250) nella settimana dal 27 dicembre al 2 gennaio e infine la settimana scorsa con, dicevamo, 484 casi su 100 mila abitanti. È del tutto improbabile che il numero di nuovi casi entro questa settimana scenda sotto quota 250 su 100 mila abitanti in provincia di Belluno, anche perché purtroppo si attende il conto delle leggerezze che sono state certamente compiute a Natale e capodanno.

Quanto al vaccino, che nel Veneto viene somministrato con molta efficienza e Belluno non fa eccezione, comincerà a far vedere i suoi effetti positivi soltanto tra un po’ di settimane, prima di tutto riducendo la mortalità nelle case di riposo (che nella prima ondata hanno avuto un’incidenza altissima sul totale, superiore al 70%) ma bisognerà attendere alcuni mesi (forse un anno?) prima che possa rappresentare una sicurezza per tutta la popolazione, anche quella non compresa nelle categorie più a rischio. Gimbe, centro studi indipendente, avverte: le curve di contagio iniziano a salire di nuovo ma gli ospedali sono già al limite quindi non bisogna abbassare la guardia in attesa del vaccino. Anche perché l’Italia rimane uno dei Paesi al mondo dove si muore di più in rapporto al numero dei contagiati: dobbiamo fare di tutto per fermare il virus e ridurre il numero di persone che soffrono e muoiono. Perché questo esito è evitabile se ci impegniamo.

Luigi Guglielmi

1 commento

  • Buongiorno. In effetti troppe leggerezze e troppa omerta’. A chi si e’ permesso di far osservare il corretto uso della mascherina, oppure il distanziamento oppure usare i guanti al supermercato oppure di non riempire le case di estranei e’ stato risposto con offese, anche pesanti. Con gli insulti non ne andremo fuori.

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