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venerdì 26 Aprile 2024,

Il nuovo decreto: vietato uscire dai comuni bellunesi sopra i 5.000 abitanti

Sono Belluno, Feltre, Alpago, Borgo Valbelluna, Cortina, Limana, Longarone, Ponte nelle Alpi, Santa Giustina, Sedico.

Due importanti provvedimenti sono stati approvati durante il Consiglio dei ministri convocato nella tarda serata di ieri, mercoledì 13 gennaio, lo annuncia una nota informativa pubblicata oggi sul sito internet del governo. Innanzitutto i ministri hanno deciso la proroga fino al 30 aprile dello stato di emergenza, che consente al presidente del consiglio la decretazione d’urgenza per disporre in modo rapido misure di contenimento dell’epidemia (gli ormai famosi Dpcm). Dal punto di vista giuridico la proroga dello stato di emergenza fa leva sulla dichiarazione di «emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale» emessa dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Ma il governo ha approvato anche il nuovo, atteso decreto, che conferma, ritocca e inasprisce il Dpcm del 3 novembre. Queste le anticipazioni contenute nella nota di Palazzo Chigi.

  • Fino al 15 febbraio è confermato il divieto di spostarsi tra Regioni o Province autonome diverse, a meno che non sussistano esigenze di lavoro o situazioni di necessità e di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione.

Altre misure saranno in vigore da sabato 16 gennaio e fino a venerdì 5 marzo. Vediamo quali conseguenze dirette porteranno al Veneto e alla provincia di Belluno.

  • È consentito, una sola volta al giorno, spostarsi verso un’altra abitazione privata abitata, tra le ore 5.00 e le ore 22.00, a un massimo di due persone ulteriori a quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione. La persona o le due persone che si spostano potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che con loro convivono. Tale spostamento può avvenire all’interno della stessa Regione, in area gialla, e all’interno dello stesso Comune, in area arancione e in area rossa, fatto salvo quanto previsto per gli spostamenti dai Comuni fino a 5.000 abitanti. Tradotto per noi residenti in Veneto, regione classificata in zona arancione, possiamo fare ogni giorno una sola visita a parenti o amici purché si rimanga dentro il confine del Comune se abitiamo a Belluno, Feltre, Alpago, Borgo Valbelluna, Cortina, Limana, Longarone, Ponte nelle Alpi, Santa Giustina, Sedico. Se abitiamo in uno degli altri municipi della provincia di Belluno, che hanno meno di 5.000 abitanti, possiamo anche uscire dal confine comunale per far visita a qualcuno, purché sia una sola visita al giorno e i visitatori siano al massimo due (più eventualmente un bambino o un disabile).
  • Finché il Veneto rimarrà in zona arancione la mobilità resterà limitata all’ambito territoriale comunale, ma saranno consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia. In altre parole, i residenti a Belluno, Feltre, Alpago, Borgo Valbelluna, Cortina, Limana, Longarone, Ponte nelle Alpi, Santa Giustina, Sedico non possono uscire dal loro comune mentre gli altri sì, ma non devono entrare nel territorio del comune di Belluno.

Non ci riguarda direttamente (e probabilmente non riguarda in questa fase nessuna regione d’Italia), ma è istituita una cosiddetta area “bianca”, nella quale si collocano le regioni con uno scenario di “tipo 1”, un livello di rischio “basso” e una incidenza dei contagi, per tre settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti. In area “bianca” non si applicano le misure restrittive previste dai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri per le aree gialle, arancioni e rosse ma le attività si svolgono secondo specifici protocolli. Nelle aree bianche possono comunque essere adottate, con Dpcm, specifiche misure restrittive in relazione a determinate attività particolarmente rilevanti dal punto di vista epidemiologico.

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