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martedì 16 Aprile 2024,

Industria, l’ingresso dei fondi stranieri può essere un rischio

Per Gianni Boato (nella foto), segretario generale Femca Cisl Belluno Treviso, una serie di operazioni finanziarie e di cessioni rischiano di stravolgere il tessuto industriale locale.

«Aziende frammentate, cedute un po’ alla volta a fondi stranieri che ne sviliscono il know-how e rischiano di lasciare solo macerie sul territorio. Siamo in prima linea a Belluno sulla vertenza Ideal Standard, ma preoccupati anche a Treviso di fronte a una serie di operazioni finanziarie e di cessioni che rischiano di stravolgere il tessuto industriale locale della moda, del tessile e della chimica». Lo sottolinea Gianni Boato, segretario generale Femca Cisl Belluno Treviso, facendo presente che «il copione è sempre lo stesso e sempre più diffuso negli ultimi anni: fondi di investimento stranieri acquisiscono rami di aziende locali o il 100% dell’impresa, mettendo in campo una governance sterile e a distanza, che spesso svuota di ruolo e responsabilità il management locale, lasciando disorientati sia i lavoratori che il gruppo dirigente locale».

«I fondi di investimento internazionali e le multinazionali certamente offrono delle enormi possibilità di sviluppo nel mercato globale – continua Boato – ma è altresì vero che si rischia di perdere il senso di appartenenza al territorio e quelle che eticamente dovrebbero essere le finalità dell’impresa sancite anche dalla nostra Costituzione che, all’articolo 41, afferma che l’iniziativa economica privata è libera, ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale».

«Sempre più spesso – continua Boato – si assiste allo svuotamento del ruolo dirigenziale locale, con il risultato che alla frustrazione del lavoratore che non ottiene risposte riguardo al proprio futuro, si aggiungono le difficoltà dei manager, che nella pratica non sono più né responsabili né interlocutori di chi, nella stanza dei bottoni dall’altro capo del mondo, decide se investire in uno stabilimento o sancirne la chiusura. E poco importa se a casa rimangono centinaia di lavoratori e lavoratrici: la lontananza e la maniera ‘asettica’ di prendere le decisioni, come se non riguardassero persone, famiglie e territorio, rendono tutto molto semplice».

A giudizio di Boato «la questione va affrontata a livello sia nazionale che locale. Servono politiche industriali e orientamenti precisi da parte della politica che deve rendere più appetibile fare impresa che investire i capitali nella finanza: appellarsi a investitori locali solo quando qualcuno se ne va rischia di essere una partita giocata a tempo scaduto. È fondamentale continuare a rendere attrattivi i progetti d’impresa e di sviluppo nell’economia reale, definendo con chiarezza gli obiettivi su cui il sistema-Paese deve puntare (auto, chimica, moda, turismo ecc..)».

«Il sindacato è maturato – conclude il segretario generale Femca Cisl Belluno Treviso – ed è un attore protagonista nei tanti processi di trasformazione e innovazione che stanno interessando l’impresa. Purtroppo sembra invece che molti imprenditori, sconfortati, abbiano abbandonato il campo da gioco, in una fase storica in cui è invece forte più che mai la necessità di riportare il Paese ad essere grande e non a perdere i pezzi».

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