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mercoledì 24 Aprile 2024,

L’agricoltura di montagna di fronte alla sfida della sostenibilità

Continuerà nei prossimi giorni il «Forum dell’agricoltura di montagna» iniziato lo scorso 31 marzo con un convegno online (nella foto) sulla Politica agricola comune (Pac) e la relazione con le politiche europee per la biodiversità e il “Green deal”.

Soddisfazione a Longarone Fiere Dolomiti per la tavola rotonda organizzata lo scorso 31 marzo nell’ambito del «Forum dell’agricoltura di montagna», sul tema della nuova Politica agricola comune (Pac) e le relazioni con la politica ambientale alla quale sono intervenuti, oltre ai rappresentanti delle categorie economiche, tutti i deputati europei eletti nella circoscrizione Italia nord-orientale e membri della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento Europeo e alcuni dei senatori e deputati del parlamento nazionale.

I temi affrontati hanno avuto un’introduzione da parte di un funzionario della Commissione Europea che ha messo in evidenza le evoluzioni della politica agricola comune, la quale da una parte dovrà tenere sempre più conto di aspetti di carattere ambientale, ma dall’altra parte impedirà ai prodotti che non rispettano le stesse regole di produzione di entrare in Europa e di porsi all’interno del mercato comune europeo.

«Ciò rappresenta una grande opportunità per le nostre imprese – sottolinea il presidente di Longarone Fiere Dolomiti, Gian Angelo Bellati – che devono sì tener conto delle regolamentazioni e delle nuove restrizioni per raggiungere i grandi obiettivi del nuovo “Green deal” europeo e della biodiversità, ma per contropartita saranno tutelate dall’invasione di quei prodotti che non rispettano gli alti standard qualitativi europei».

Per il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, «dobbiamo farci trovare pronti alla nuova programmazione europea per questo settore che è strategico per tutto il Bellunese. Per fortuna negli ultimi anni hanno aperto nuove attività agricole guidate da giovani che si stanno riavvicinando alla montagna e alla sua agricoltura».

Intervenendo a nome delle Associazioni di categoria, co-organizzatrici dell’incontro, il presidente di Coldiretti Belluno, Alessandro De Rocco, ha affermato, tra l’altro, che «è importante creare sistemi incentivanti che colleghino agricoltura, turismo e ristorazione. Quindi una grande spinta sulla produzione biologica in alta montagna, che ha bisogno però di una destinazione non solo locale, ma anche regionale e nazionale».

Per Confagricoltura Belluno il direttore Renato Bastasin ha ribadito come «nella nuova riforma della Pac la sostenibilità è il tema di base. L’agricoltore sta diventando custode dell’ambiente e ciò è molto positivo, ma è anche una responsabilità non da poco perché deve coniugare la sostenibilità attraverso la buona conduzione, chiamato com’è al ruolo fondamentale della produzione di beni primari per l’alimentazione della popolazione. È quindi importante mantenere e garantire la superficie a disposizione per la pratica agricola e guidare gli agricoltori nella comprensione dei nuovi parametri che vengono imposti dall’Europa onde evitare cortocircuiti».

A chiudere gli interventi delle Associazioni di categoria il presidente di CIA Belluno, Luca Cosul Cuffaro, che è stato perentorio nel dire che «l’agricoltura di montagna bisogna guardarla sotto un altro aspetto, non solo quello del biologico e della riforestazione: negli ultimi 10 anni abbiamo perso quasi 10.000 ettari di prato. Dobbiamo invece tutelare i prati in montagna che in gran parte sono di per sé considerabili biologici. Mentre per quanto riguarda gli allevamenti, negli ultimi 10 anni le aziende si sono dimezzate, perdendo in questo modo territorio, tradizioni ed aree marginali, concentrando gli allevamenti nel fondo valle. È importante che le norme siano calate sul territorio e che possano essere applicabili»”.

Michele Talo, direttore del Centro Consorzi ha poi evidenziato l’importanza di «rendere i giovani protagonisti attraverso la formazione: loro sono un patrimonio che non deve solo arricchirsi di conoscenza europea e internazionale, ma deve poi riversare le nuove conoscenze acquisite sul territorio di provenienza per il suo sviluppo. Inoltre per la montagna va considerato fondamentale il ruolo del bosco e del sistema forestale, che deve assolutamente diventare un progetto di filiera».

I parlamentari europei Mara Bizzotto, Paolo del Castro, Elena Lizzi e Herbert Dorfmann si sono espressi in modo concorde a sostegno dell’agricoltura italiana, anche attraverso la battaglia sull’etichettatura, promuovendo l’estensione per quella di origine. La battaglia più impegnativa riguarda però l’etichetta nutrizionale: c’è da fare una grande opera di convincimento per fermare il “Nutriscore”, che condiziona i comportamenti senza dare le giuste informazioni e portare avanti invece il modello “NutrInform”. Battaglie importanti riguardano anche la digitalizzazione, la sicurezza alimentare e i sistemi biologici, materie su cui bisogna confrontarsi e lavorare per colmare il gap della montagna, con uno sguardo attento ai giovani agricoltori. L’agricoltura di montagna va considerata nella sua specificità, perché ha necessità diverse e richiede multifunzionalità.

Per il Parlamento italiano sono intervenuti i senatori bellunesi Luca De Carlo e Paolo Saviane e i deputati Dario Bond e Roger De Menech, mettendo in evidenza il loro impegno nel portare le istanze della montagna al livello nazionale e in particolare l’importanza dell’agricoltura di montagna come risorsa contro lo spopolamento e il dissesto idrogeologico di un territorio fragile, ma anche straordinariamente ricco di biodiversità. Per garantire una vita rurale è emerso quanto sia necessario creare opportunità di lavoro e garantire i servizi fondamentali per un vivere dignitoso. Ribadita anche la necessità di una migliore gestione delle foreste e della creazione di una filiera per l’utilizzo del legno, in modo da fare squadra anche con gli altri settori economici propri della montagna.

Per Veneto Agricoltura è intervenuto il direttore della Sezione Ricerca e gestioni agroforestali, Giustino Mezzalira, che ha messo in evidenza come i territori montani siano quelli più «attrezzati nel rispondere positivamente alle nuove sfide che da Bruxelles vengono poste al mondo agricolo, perché da sempre abituati a lavorare più sulla qualità che sulla quantità e ad applicare sia la sostenibilità sia la multifunzionalità. Inoltre si stanno aprendo vie per nuove colture come il mirtillo nero, il castagno, i piccoli frutti, dall’alto valore aggiunto. E se da un lato serve adattarsi a nuove condizioni climatiche, dall’altro bisogna porre attenzione alla prevenzione e alla manutenzione del territorio».

Nel finale l’appello del presidente di Anarf, Alberto Negro: «Le foreste non devono essere il fanalino di coda negli investimenti previsti dal Psr, ma devono tornare ad avere un ruolo primario nella nostra politica agricola e primario per gli investimenti che devono essere messi in atto per la gestione e per la digitalizzazione».

Il video integrale dell’incontro è disponibile sul sito del «Forum dell’agricoltura di montagna» (https://forum.agrimont.it) che continuerà dopo la pausa festiva per tutto il mese di aprile arricchendosi anche di una vetrina digitale che metterà in evidenza le aziende del settore.

1 commento

  • Agricoltura di montagna e lupo non possono convivere a lungo. A meno che non si intenda solo agricoltura senza animali
    D’ altra parte è sempre stato così, solo che una volta si scacciava il lupo, mentre ora si preferisce bastonare gli agricoltori o chi avrebbe intenzione di allevare qualche animale

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