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giovedì 25 Aprile 2024,

“Progetto Mosaico”, si riparte nel nuovo laboratorio a Lozzo

Riprende lunedì 26 aprile l'attività dell'iniziativa gestita dalla Cadore Società Cooperativa Sociale.

“Progetto Mosaico”, si riparte: nato nel 2014, realizzato in convenzione con l’Ulss 1 Dolomiti e gestito dalla Cadore Società Cooperativa Sociale – s.c.s., il progetto riprende lunedì 26 aprile le sua attività, nel nuovo laboratorio nella zona industriale di Lozzo di Cadore. «Le attività si sono interrotte a marzo dello scorso anno a causa dello scoppio della pandemia», spiega Rina De Lorenzo, responsabile degli inserimenti lavorativi della Cadore s.c.s.. «Per garantire a tutti l’operatività in sicurezza, abbiamo dovuto cercare nuovi spazi e, grazie anche al lavoro del socio e collega Luca Valmassoi, abbiamo trovato questa nuova sede per il progetto ed eseguito i lavori necessari per organizzare al meglio il laboratorio». Quattro le persone – due da Cortina d’Ampezzo, una da Santo Stefano di Cadore e una da Valle di Cadore – che lunedì potranno rientrare quindi in laboratorio, coordinate da un’educatrice professionale; nei giorni scorsi, l’inaugurazione della nuova sede con la partecipazione delle famiglie coinvolte, che hanno rimarcato l’importanza dell’iniziativa e la voglia dei ragazzi di ricominciare a lavorare.

Il “Progetto Mosaico” nasce come iniziativa sperimentale in alternativa al classico centro diurno: «Si vuole intercettare le persone con handicap mentale di media o lieve gravità e con capacità lavorative, così da avviare dei percorsi che possano portare anche ad un inserimento lavorativo. Proprio per questo, viene anche chiamato palestra occupazionale», spiega Michele Pellegrini, responsabile del settore progettazione della Cadore s.c.s. Tra le attività svolte in questi anni, c’è la realizzazione di un orto didattico, il lavaggio e la preparazione di pacchetti di posate per le sagre dei paesi del Cadore, giornate di pulizia di strade, marciapiedi e piazzole in collaborazione con i comuni: «La nuova sede poi si trova nella stesso luogo del laboratorio di montaggio, dove la cooperativa svolge lavorazioni per conto terzi per un’azienda cadorina attiva nel settore dell’alta moda, permettendo cosi oltre allo sviluppo delle capacità manuali anche l’insegnamento di regole non scritte come il rispetto degli orari e dei tempi di pausa e il giusto rapporto con i colleghi», sottolinea De Lorenzo. Dalla Cadore annunciano che verranno presi nuovi contatti con i comuni per individuare alcuni piccoli lavori dove poter occupare i partecipanti al progetto, aperto alla collaborazione anche con aziende e associazioni del territorio. Sono una quindicina le persone che in questi anni hanno partecipato al progetto: di queste, più di una ha trovato occupazione, altre hanno fatto rientro al centro diurno, mentre per altre ancora la permanenza in Mosaico sembra essere il giusto ambiente. «Gli inserimenti e le uscite dal progetto vengono gestiti dall’Ulss, sulla base delle schede di valutazione che vengono compilate», spiega Pellegrini. «In alcuni casi, ci sono abilità che non consentirebbero un accesso al tradizionale posto di lavoro, ma comunque più profonde di quanto si può fare in un normale centro diurno: per questo, la “zona grigia” del Progetto Mosaico sembra essere il posto ideale per queste persone».

L’obiettivo quindi, anche per il benessere di queste persone, è quello di far diventare Mosaico un progetto strutturale. Dopo vari rinnovi del progetto e delle convenzioni dal 2014, una prima svolta è arrivata nel 2018 quando una cordata di cooperative che unite coprono l’intero territorio provinciale – capofila Società Nuova, insieme a Cadore, Cantiere della Provvidenza e Portaperta – con Ulss 1 Dolomiti hanno partecipato ad un bando di Fondazione Cariverona, ottenendo il finanziamento del progetto “Famiglia Fa Meglio” che raccoglie progetti di inserimento lavorativo: «Questo ha consentito parecchie novità», dice ancora Pellegrini, «è stato possibile inserire un gettone di presenza per i partecipanti al progetto, e per la Cadore si è resa possibile l’apertura del nuovo laboratorio. Inoltre, ha portato a un consolidamento del coordinamento provinciale della solidarietà». Una rete finita anche sotto la lente dell’Euricse di Trento (European Research Institute on Cooperative and Social Enterprises – Istituto europeo di ricerca sulle imprese cooperative e sociali) che sta sviluppando uno studio di valutazione dell’impatto sociale prodotto da queste attività, con questionari rivolti alle cooperative e alle famiglie coinvolte.

«A giugno però scadranno i tre anni del progetto Famiglia Fa Meglio, così come la convenzione con l’Ulss per il Progetto Mosaico, e le prospettive future sono ancora tutte da chiarire», sottolinea la presidente della Cadore s.c.s., Alessandra Buzzo. «In questi anni di sperimentazione, Mosaico ha rivelato la sua importanza per il nostro territorio e per le fragilità sociali che vi si riscontrano, ed è per questo che crediamo debba trovare una forma stabile. Ci stiamo impegnando quindi per dare stabilità a questa realtà, anche alla luce delle indicazioni della Regione Veneto che, con la delibera 1375 del settembre scorso, ha espressamente indicato la prospettiva di “sviluppare e valorizzare l’attivazione di nuovi percorsi educativi per l’occupabilità, alternativi al Centro Diurno”. Negli anni, il Progetto Mosaico e la collaborazione tra cooperative hanno dimostrato la loro efficacia ed è quindi fondamentale continuare su questa strada per tenere in vita simili occasioni di inclusività sociale».

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