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venerdì 29 Marzo 2024,

Mille firme da Belluno per la petizione di Coldiretti contro i pannelli solari sui campi

Hanno aderito anche il senatore Luca De Carlo e i deputati Mirco Badole (nella foto) e Roger De Menech, oltre a vari sindaci e altri amministratori. Un consenso trasversale per sbloccare il progetto di legge fermo in Consiglio regionale del Veneto.

Quasi mille le firme raccolte da Coldiretti Belluno arriveranno al Consiglio regionale per fermare l’invasione dei pannelli solari sui campi veneti. La petizione può contare anche sull’adesione del senatore Luca De Carlo (Fratelli d’Italia) e dei deputati Mirco Badole (Lega) e Roger De Menech (Partito Democratico) a testimonianza di un consenso trasversale espresso anche da vari sindaci, consiglieri regionali e altri amministratori che sostengono la mobilitazione del movimento civico «MammeZeroConsumoSuolo» promossa su tutto il territorio regionale.

Politici e cittadini si sono schierati con gli agricoltori – commenta Coldiretti Veneto – nella battaglia di buon senso per avere uno strumento legislativo che fermi la corsa all’accaparramento dei terreni agricoli per la “coltivazione” di pannelli solari. L’ingiustificato ritardo nell’approvazione della legge è preoccupante – dice Coldiretti Veneto – mentre cresce sempre più il consenso della gente per l’iniziativa condivisa anche dalle forze politiche locali che hanno formalmente aderito alle rimostranze degli imprenditori agricoli sostenendo la richiesta di una legge che individui le zone idonee agli impianti: cave dismesse, aree marginali, tetti di capannoni industriali abbandonati.

Se si mettessero i pannelli fotovoltaici sul 20% dei tetti e delle aree di pertinenza degli 11 mila capannoni non utilizzati e si coprisse il 20% dei circa 10 mila ettari di aree a destinazione urbanistica non agricola – ricorda Coldiretti Veneto – si produrrebbe una quantità di energia da fonti rinnovabili superiore di 5 volte rispetto a quella che si fa oggi con gli impianti presenti su suolo agricolo. E allora – si chiede Coldiretti Veneto – perché continuare a sacrificare campi coltivati quando ci sono soluzioni alternative?

Tutto ciò senza contare il potenziale energetico che potrebbe svilupparsi con l’utilizzo delle cave dismesse – continua Coldiretti Veneto – che solo nel bacino del Piave ammontano a circa 500 ettari. Sarebbe interessante stimare anche quanta energia deriverebbe dalla copertura dei tetti degli edifici pubblici.

«La campagna veneta sta vivendo un vero e proprio assalto da parte di società anche straniere», conclude Coldiretti Veneto. «Per fermare lo scempio ambientale occorre accelerare sul progetto di legge numero 41 ancora ferma nelle varie commissioni consiliari».

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