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venerdì 29 Marzo 2024,

Cambiare la scuola già dagli scrutini di giugno, lettera aperta di Paolo Vedramini

Il sindaco di Ponte nelle Alpi, insegnante, presenta le questioni più rilevanti da affrontare per la scuola del futuro, dopo il Covid.

Paolo Vendramini, sindaco di Ponte nelle Alpi e insegnante, ha indirizzato alla cittadinanza per il tramite della stampa una «Lettera aperta sulla scuola del futuro». Lo scritto ragiona sulla possibilità di riformare e rinnovare la scuola dopo il Covid: si tratta di riconsiderare le competenze, la formazione, i modelli di valutazione, l’autonomia, gli edifici, le strutture, i servizi perché siano al passo con i tempi. Per Vendramini l’istruzione, i giovani e le famiglie sono tra le priorità del futuro, con particolare attenzione alla dispersione scolastica e al calo demografico. E per provare a cambiare, a migliorare si può partire già dagli scrutini di giugno.

Questo il testo della lettera.

Mi permetto di scrivere questa lettera aperta perché in questo periodo di imminenti scrutini ed esami per tutte le scuole di ogni ordine e grado, genitori, ragazzi, insegnanti, dirigenti ed esperti riflettono e discutono sulle valutazioni e voti finali ai tempi del Covid.

Mentre ci si sta avviando ad una soluzione della pandemia pur con tutte le necessarie precauzioni, non possiamo dimenticare che l’emergenza degli ultimi due anni fa sedere al tavolo degli scrutini una componente che ha modificato la vita scolastica: il Covid appunto.

Le istituzioni scolastiche hanno risposto con efficacia ed efficienza alle difficoltà e si sono aperti nuovi scenari e anche un modo diverso di fare scuola. I discenti e le famiglie hanno dovuto confrontarsi con una nuova comunità educante ed hanno sofferto per lunghi periodi la distanza, l’assenza di aggregazioni, di relazioni, di servizi, di attività sportive e culturali, di laboratorio, l’essenza dello stare insieme.

Giunti alla fine di un altro anno scolastico così particolare, il dibattito sui voti è aperto. Dare spazio alla valutazione formativa rispetto a quella sommativa? Ci sono competenze diverse che si possono aggiungere? Un 7 in un normale corso di studi ha oggi la stessa valenza nel momento in cui cambiano anche le modalità d’esame di terza media e di maturità? E come pensiamo il nuovo anno scolastico 2021/2022 che già a settembre dovrebbe partire con corsi di potenziamento, recupero e con tutti gli insegnanti già nella loro cattedra? La scuola ha bisogno di certezze.

Mancano anche dirigenti scolastici e personale nelle segreterie delle scuole e c’è bisogno di dare risposte celeri a tali carenze. Le normative che riguardano le valutazioni non sono sostanzialmente cambiate, pur essendo cambiato il contesto di riferimento. La funzione docente, in quanto educatore, ed il rapporto con le famiglie sono usciti rafforzati in questi due anni speciali.

Sarebbe utile quindi, in fase di valutazione finale, con il giusto equilibrio, ragionare sugli esiti e non sui risultati come si faceva prima. Valorizzare gli studenti anche per le piccole competenze acquisite in proiezione futura, ad esempio l’appropriatezza nel rispettare le regole della DAD e delle linee guida a scuola. C’è un contesto importante che è il conferimento dell’autonomia degli istituti scolastici che a partire dal 2000 avrebbe dovuto declinare un’istruzione vicina ai cittadini e al territorio. Riprendere in mano l’autonomia degli istituti scolastici nei singoli territori deve essere ancora un’idea vincente.

È fondamentale “stare accanto e non davanti” a chi sta imparando, accompagnare lo sviluppo del potenziale di ciascuno, costruire un’alleanza con gli alunni contro l’errore e non l’errore contro gli alunni, tenendo in considerazione la presenza emotiva in una fase delicata come quella dei giovani.

Dovremmo pensare a nuovi indicatori, come ad esempio la puntualità dei collegamenti DAD, la disponibilità della partecipazione e dell’adattamento, la competenza nel coraggio e nel vincere l’ansia, la cooperazione online, la costanza, la tenacia, l’impegno.

Ci sono indicatori, descrittori, livelli e prove che devono essere rivisti. Il mondo della scuola è già dalla parte dei giovani, deve solo discutere e riflettere il modello didattico del futuro anche in prospettiva di tutti i finanziamenti europei che dovranno in buona misura essere destinati all’istruzione, alla cultura, allo sport, alle infrastrutture, ai servizi delle nuove generazioni.

Il mio è unicamente un punto di vista con l’intento di sostenere la scuola e chi vi lavora. È un documento aperto, sicuramente insufficiente e migliorabile, una riflessione per lanciare l’idea di un patto per una scuola delle competenze e non solo dei voti, dopo un’emergenza che ha modificato una società, lavoro, istituzioni.

Buona fine anno a tutto il personale della scuola, ai ragazzi e alle famiglie e un grande grazie a chi ha operato per dare un futuro e fiducia ai nostri giovani.

Il Sindaco di Ponte nelle Alpi
prof. Paolo Vendramini

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