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giovedì 25 Aprile 2024,

Cgil, Cisl e Uil dal prefetto a sostegno della sicurezza sul lavoro

I vertici dei tre sindacati hanno consegnato al rappresentante del Governo un documento che sintetizza le analisi e le richieste emerse anche questa mattina durante l’assemblea dei delegati dei lavoratori per la sicurezza svoltasi al Centro Giovanni XXIII di Belluno.

Si è svolta nella mattinata di oggi, giovedì 17 giugno, al Centro Giovanni XXIII di Belluno, l’assemblea dei delegati dei lavoratori per la sicurezza di Cgil, Cisl e Uil di Belluno convocata nel quadro della mobilitazione promossa dai sindacati in tutto il Paese. Al termine dell’incontro, al quale hanno partecipato un’ottantina di rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Mauro De Carli, Massimiliano Paglini e Michele Ferraro, si sono recati dal prefetto Mariano Savastano per presentargli il documento che riassume le richieste del sindacato in tema di sicurezza.

Un documento al quale il prefetto ha prestato grande attenzione – ha sottolineato al termine dell’incontro Paglini – facendo presente l’ampia disponibilità manifestata dal rappresentante del Governo ad aprire un tavolo per approfondire la questione con tutti gli operatori interessati (il prefetto si è pure detto disponibile a mettere in cantiere per i prossimi giorni un incontro con le Rsu della Acc e della Ideal Standard). In provincia di Belluno ci sono aziende eccellenti in fatto di sicurezza e altre invece che considerano solo un costo gli investimenti in questo settore. Per questo – ha concluso Paglini – noi come sindacato chiediamo più investimenti e più formazione.

Positivo anche il giudizio di Ferraro sull’incontro con il prefetto che gli ha dato l’impressione di conoscere bene il territorio, pur essendovi giunto da poco, di essere molto attento alle questioni e di essere pragmatico nell’affrontarle (per fortuna – ha sottolineato Ferraro – nella prima parte del 2021 di incidenti sul lavoro in provincia di Belluno se ne sono contati meno rispetto a quanto capitato in altre parti del Veneto, ma sono stati comunque 882).

La ripresa a pieno regime delle attività economiche dopo il lockdown – ha poi evidenziato De Carli – è stata purtroppo accompagnata da un aumento del numero degli incidenti sul lavoro. Un fenomeno dovuto spesso al fatto che si è data più importanza al bisogno di produrre rispetto alla necessità di farlo in modo sicuro. De Carli si è detto poi soddisfatto che dall’assemblea svoltasi in mattinata siano emersi vari spunti innovativi da parte dei delegati alla sicurezza nel corso dell’analisi di ciò che non sta funzionando. Tra le altre è stata evidenziata la questione degli appalti e la necessità che non si persegua la riduzione dei costi incidendo sulla sicurezza (qualcuno ha prospettato la possibilità di ricorrere a una patente a punti per regolare l’accesso alle gare per la realizzazione delle opere pubbliche).

De Carli ha poi lamentato il mancato rispetto da parte della Regione dell’accordo siglato nel 2018 che prevedeva 30 nuove assunzioni in Veneto per potenziare lo Spisal e 500 ispezioni in più all’anno. Obiettivi che non sono stati centrati. È vero che c’è stato il covid che ha pesantemente condizionato tutto il comparto sanitario, ma secondo De Carli era ed è doveroso fare meglio di quanto è stato fatto (a Belluno – ha esemplificato – lo Spisal ha 8 ispettori, ma quelli effettivamente al lavoro sono 6, ed ha 3 medici, ma che non svolgono tutto il lavoro che potrebbero se fossero impiegati a tempo pieno in questo settore).

Il documento consegnato dai sindacati al prefetto si chiude con questo appello: «Si riprenda da subito nelle aziende la discussione per la verifica sulle vecchie e nuove modalità di lavoro, si riprenda da subito a far correre la cultura della sicurezza, a riportare le informazioni e le iniziative di formazione a tutti i livelli dell’organizzazione aziendale e produttiva. Si riuniscano i gruppi di lavoro previsti dal Decreto 81/2008, vengano consultati i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza ed anzi ci impegneremo perché non vi siano più luoghi di lavoro sprovvisti di questa importante forma di rappresentanza delle lavoratrici e lavoratori».

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