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venerdì 19 Aprile 2024,

«La Battaglia di Cadore. Storia, contesti, copie da Tiziano»

Viene inaugurata oggi, sabato 10 luglio, nella casa natale di Tiziano Vecellio a Pieve di Cadore una mostra dossier tra arte e storia, che si sviluppa attorno a una delle rare copie di una tela di Tiziano Vecellio.

Ospitata nella casa natale di Tiziano Vecellio a Pieve di Cadore, sarà inaugurata oggi, sabato 10 luglio alle ore alle 17 (e si protrarrà fino al 19 settembre) l’esposizione «La Battaglia di Cadore. Storia, contesti, copie da Tiziano» che ripercorre un’importante pagina di storia del Cadore, scritta cinque secoli fa, partendo dal dipinto attribuito a Leonardo Corona, ottenuto in prestito dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze: si tratta una delle rare copie coeve del dipinto realizzato da Tiziano Vecellio e andato distrutto durante il rogo che investì il Palazzo Ducale a Venezia nel 1577.

L’inaugurazione odierna si terrà alla presenza delle autorità locali, del direttore dei Musei della Magnifica Comunità di Cadore, Matteo Da Deppo, e della storica dell’arte e consulente scientifica della Magnifica Comunità di Cadore, Letizia Lonzi.

Questa esposizione si inserisce nelle celebrazioni nazionali promosse per i 1600 anni dalla fondazione di Venezia dando, al contempo, continuità all’attività di analisi, studio e promozione dei secolari rapporti tra il Cadore e la Serenissima Repubblica, tematica approfondita negli ultimi anni e al centro del dibattito storico locale.
A cinquecento anni dalla disputa di una delle battaglie più importanti della storia moderna, che cambiò le sorti e i giochi di potere nello scenario europeo, si ricorda lo scontro che avvenne proprio in Cadore, il 2 marzo 1508, nei dintorni di Valle di Cadore, nella località detta di Rusecco, e che vide contrapporsi l’armata imperiale di Massimiliano I e l’armata veneziana capitanata dal celebre condottiero Bartolomeo D’Alviano; si tratta di un episodio ben noto alla storia militare e politica dell’Europa all’avvio del Cinquecento, e già Macchiavelli e Guicciardini ne colsero l’importanza.

Da sinistra Matteo Da Deppo, Letizia Lonzi e Giuseppe Casagrande.

Tiziano Vecellio si offrì di eseguire, fin dal 1513, un telero avente per soggetto la raffigurazione della battaglia, destinato alla Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale a Venezia, avendo bene in mente la Battaglia di Anghiari di Leonardo e la Battaglia di Cascina di Michelangelo. La consegna non avvenne però prima dell’agosto 1538 e l’opera ebbe vita breve poiché andò bruciata nell’incendio del 1577, evento che devastò l’intero Palazzo.
Per desumere l’aspetto dell’opera oggi ci si deve dunque affidare ad altre fonti quali disegni preparatori, stampe, un disegno successivo di Rubens, la copia pittorica coeva (olio su tela) di Leonardo Corona.
«La Battaglia di Cadore», opera di grande pregio e straordinario documento storico, arrivò a Palazzo Pitti nel Seicento grazie al cardinal Leopoldo de’ Medici, e ha lasciato Firenze negli ultimi decenni solo per poche mostre, a Venezia, Pordenone e in Giappone.

2 commenti

  • Storia avvincente. Fa sognare!

  • Arrivo all’articolo grazie alla lettura del libro di Tiziano di Panofsky. Soprattutto la battaglia del Cadore, spero di conoscere la regione del Cadore e la serena repubblica di Venezia quando questa pandemia finirà. Congratulazioni a quella bellissima nazione

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