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sabato 27 Aprile 2024,

Acc, Fim Cisl: «Bene la firma del decreto attuativo, ma un tavolo ministeriale è sempre più necessario»

Lovisotto e Zuglian: «Speriamo che la pubblicazione avvenga in tempi stretti e costantemente monitorati non solo dalle organizzazioni sindacali, ma anche dalla Regione e dal ministro D'Incà».

La firma del decreto attuativo del ministro Giancarlo Giorgetti permette, secondo la Fim Cisl Belluno Treviso, finalmente l’avvio dell’iter per la sua definitiva pubblicazione e la relativa attuazione del fondo da 400 milioni destinato al sostegno delle grandi imprese in crisi. La norma in oggetto, infatti – l’articolo 37 del Decreto Sostegni – ha l’obiettivo di sostenere la ripresa e la continuità dell’attività di imprese che operano sul territorio nazionale e che si trovano anche in amministrazione straordinaria, come Acc. «Speriamo che la pubblicazione», affermano Alessio Lovisotto, segretario generale Fim Belluno Treviso e l’operatore Mauro Zuglian, «avvenga in tempi stretti e costantemente monitorati non solo dalle organizzazioni sindacali, ma anche dalla Regione e dal ministro D’Incà. Resta ancora sconosciuto il testo al vaglio della Corte dei Conti, particolare non trascurabile per dare maggiore rassicurazioni in merito alla portata dell’intervento destinata allo stabilimento di Borgo Valbelluna. I lavoratori aspettano con molta apprensione un provvedimento che potrebbe mettere fine all’utilizzo della Cigs e consentire di percepire uno stipendio pieno dopo mesi di sacrifici».

«Clienti e fornitori», prosegue la Fimm «vedono finalmente concretizzarsi le parole del presidente Luca Zaia sull’impegno di garantire una maggiore stabilità economica. Evidentemente la condivisione del testo avrebbe costituito un elemento di maggior certezza rispetto alle manifestazioni di interesse dei possibili investitori». «La Fim Cisl», prosegue la nota, «ha sempre ritenuto fondamentale un’attenta e corretta comunicazione, presupposto indispensabile per proporsi sul mercato con un progetto industriale capace di coinvolgere le migliori forze economiche e allontanare quegli imprenditori che non hanno reali finalità d’impresa. È per questo che insistiamo a chiedere un tavolo ministeriale: la semplice lettura delle scritture contabili non evidenzia la potenzialità che lo stabilimento potrebbe esprimere. L’inutile logica per la quale esistono produzioni destinate a non trovare futuro in un contesto europeo non tiene conto dell’evoluzione dei processi produttivi e dei servizi avanzati (innovazione e ambiente) che un’industria extra Ue difficilmente può garantire. La Fim chiede pertanto con forza che la vertenza rientri nei normali canali istituzionali, di abbandonare proclami e annunci utili ad alimentare speranze ma troppo generici e imprecisi per incidere sulla soluzione della vertenza».

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