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sabato 20 Aprile 2024,

Belluno, proclamato lo stato di agitazione del personale di Polizia Penitenziaria

Prospettata dai sindacati la possibilità di intraprendere, in un prossimo futuro, azioni di protesta a tutela dei diritti dei poliziotti.

Le sigle sindacali Cisl Fns, Fsa Cnpp, Cgil Fppp, Sappe, Uspp e Osapp, hanno proclamato lo stato di agitazione del personale di Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Belluno, riservandosi in un prossimo futuro di intraprendere azioni di protesta per rivendicare i diritti degli agenti.

Tale iniziativa – spiegano in una nota le sigle sindacali – è dovuta innanzitutto alla mancata chiusura della sezione psichiatrica (prevista da una delibera della Giunta regionale del giugno 2019 che ne aveva disposto lo spostamento in un’altra sede del Veneto), sezione che è caratterizzata da una forte carenza strutturale e che deve anche scontare la mancanza di risorse da parte dell’Ulss Dolomiti (in carcere a Belluno, infatti, presta servizio uno psichiatra in libera professione). Tutto ciò – precisano i sindacati – comporta gravi difficoltà nella gestione dei pazienti e consente il verificarsi di numerosi eventi critici che mettono a repentaglio l’incolumità psicofisica del personale di Polizia Penitenziaria, di tutte le figure che operano all’interno della sezione psichiatrica e degli stessi “pazienti detenuti”. L’ultimo spiacevole episodio, capitato qualche settimana fa, è sfociato nell’aggressione ai danni di un medico di continuità assistenziale che ha dovuto ricorrere alle cure del Pronto Soccorso.

I sindacati denunciano poi la cronica carenza di personale che non è stata mitigata con le nuove assunzioni operate a livello nazionale. Ciò determina una forte sollecitazione psicofisica ai danni dei poliziotti che si sobbarcano quotidianamente turni massacranti ricoprendo più posti di servizio e una quantità di ore di straordinario assolutamente anormale.

I sindacati esprimono anche rammarico per la sottovalutazione del problema da parte del nuovo Provveditore del Triveneto che si è insediato a Padova in marzo e che ha già potuto tastare con mano la situazione bellunese, senza però incontrare il personale e le sigle sindacali.

Sul tema è intervenuto anche il senatore Luca De Carlo sottolineando che si tratta di una protesta fondata, che esige risposte e che per questo ha chiesto un incontro al nuovo Provveditore delle carceri del Triveneto.

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