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venerdì 29 Marzo 2024,

Mascherine anticovid dal Cadore all’Uganda

Incontro a Pieve di Cadore di Cristina Reverzani, medico volontario in Africa, che ha lanciato una nuova campagna di solidarietà per far fronte alla pandemia da Covid.

Si rafforza il legame di solidarietà tra Pieve, il Cadore e l’ospedale di Lacor in Uganda. L’ambasciatrice è la dottoressa Cristina Reverzani che da anni ormai opera come volontaria in quello che è diventato uno dei centri sanitari più importanti dell’Uganda.

Ogni anno la dottoressa Reverzani chiede ai suoi concittadini di Pieve e a tutti i cadorini di partecipare a una campagna di solidarietà con gli ammalati di Lacor. Negli ultimi anni, grazie a queste iniziative è stato possibile acquistare tutta una serie di ausili e strumenti diagnostici. Adesso in primo piano, anche in Uganda, c’è il Covid. E così lunedì sera in auditorium Cos.Mo. a Pieve di Cadore è stato dato il via a una mobilitazione che consenta di far arrivare al Lacor Hospital, ogni mese, 10.000 mascherine chirurgiche. Non si tratta di un impegno difficile dal momento che il costo di 10.000 mascherine si aggira sui 1.000 euro.

«È un modo per aiutarci a far fronte ad un’emergenza che ci sta preoccupando – ha sottolineato la dottoressa Reverzani – perché non è come da noi, attualmente gli ugandesi vaccinati sono appena il 2 per cento e quindi il materiale protettivo, attualmente, è l’arma più potente che abbiamo per fronteggiare il virus».

Alla serata, che è stata coordinata dal sindaco di Pieve, Bepi Casagrande, ha partecipato anche la dottoressa Dominique Corte, figlia di Lucille e Piero Corte, i due medici fondatori del Lacor Hospital. È toccato a lei il compito di illustrare l’importanza sanitaria dell’ospedale che da quando è stato costruito, era l’anno 1961, è diventato il più grande ospedale non a scopo di lucro dell’Uganda. Nel 1967 il Lacor Hospital curava 50.000 persone in regime ambulatoriale e 3.000 in regime di ricovero. Oggi sono 220.00 le persone che ricorrono i suoi ambulatori e i ricoveri superano quota 45.000 all’anno. I parti erano 400 ed oggi sono 10.000. Nel 1967 i dipendenti erano 29 dei quali 13 provenienti dall’Europa e 16 ugandesi. Oggi sono 750 e sono quasi tutti ugandesi.

«L’ospedale – ha precisato Dominique Corte – vive e cresce grazie a tante iniziative di solidarietà che passano anche attraverso due fondazioni e grazie all’intervento dello Stato che con il passare degli anni si è reso conto della bontà dell’impegno che i fondatori si erano imposto e cioè quello di portare le migliori cure possibili, al maggior numero di persone possibili e al minor costo possibile».

La dottoressa Reverzani prima di tornare in Uganda ha indicato le referenti della Campagna 10.000 Mascherine che coordineranno una serie di iniziative promozionali per concretizzare il progetto. Per aderire all’iniziativa telefonare allo 347.2291321.

1 commento

  • Bella solidarieta’ fa onore al popolo di Pieve ma ricordo che personalmente in questo mese di luglio mi si ripresenta un problema cardiocircolatorio stanchezza mancanza di respiro con la ricetta medica che indica visita entro 10 giorni nulla avviene chiamo il cup lascio il mio numero ma non richiamano alla 4 volta mi risponde operatore per dirmi che ho appuntameno per fine dicembre causo troppi impegni mi invento di chiederevisita a pagamento e il pomeriggio sucessivo me la fanno previo il pagamento di 102.00 euri la sanita’ funziona

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