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venerdì 26 Aprile 2024,

San Gregorio, una targa per tutti i caduti sul lavoro o per il lavoro

Tra il 1940 e il 1967 nel Comune registrati 24 morti per infortunio, 63 per silicosi, 11 per altre cause legate al lavoro, ma anche 98 persone con pensione per infortunio e 60 pensioni da silicosi.

Il monumento ai caduti sul lavoro e in emigrazione del comune di San Gregorio nelle Alpi si è arricchito di una nuova componente. Nella mattinata di oggi, domenica 12 settembre, è stata scoperta infatti la targa, voluta dal locale Circolo Acli, che ricorda nome per nome tutti i caduti sul lavoro del Comune stesso, ma anche quelli che sono morti per malattie croniche che da esso sono derivate come la silicosi.

Una lunga lista di nomi che, come ha ricordato il presidente del circolo Sandro Cassol, sono spiegabili considerando che negli anni tra il 1940 e il 1967 a San Gregorio si sono registrati 24 morti per infortunio sul lavoro, 63 per silicosi, 11 per altre cause legate al lavoro, ma anche 98 persone con pensione per infortunio sul lavoro e 60 pensioni da silicosi: 280 persone sono un tributo notevole per un comune di 1700 abitanti.

La scelta di una targa sulla parete del municipio è stata voluta per perpetuare il ricordo dei caduti, ma anche per testimoniare ai giovani che ci sono questi esempi di vita buona e laboriosa che possono orientare la loro vita.

La targa è stata scoperta da due parenti di caduti: il fratello di Renato Pulz, morto a 18 anni nell’azienda dove lavorava, e la figlia di Pietro Gazzi, deceduto a 33 anni in Nigeria, quando la figlia era piccolissima.

«È impressionante vedere il numero di persone che con il loro sacrificio hanno portato al benessere in cui viviamo oggi», ha commentato il sindaco Mirco Badole, dando merito alle Acli di aver pensato a questo tipo di iniziativa in piena emergenza un anno fa, dimostrando la capacità di pensare al dopo.
Anna Apollonia

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