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mercoledì 24 Aprile 2024,

Dal vertice ministeriale ancora niente risposte per la Acc

In programma per la settimana prossima un nuovo incontro in cui il Mise si è impegnato a recuperare risorse per la continuità lavorativa e il pagamento delle retribuzioni.

La scelta di abbandonare il progetto Italcomp è stata un errore, poiché ha accantonato l’idea, inizialmente avanzata dallo stesso Ministero dello sviluppo economico (Mise), di costituire un polo industriale in mano pubblica di componenti per elettrodomestici. A pagarne il prezzo sono i lavoratori della Acc di Mel, nonché, a maggior ragione, quelli della Embraco di Torino. Così Fim, Fiom e Uilm si esprimono in una nota stesa al termine dell’incontro che si è svolto oggi, lunedì 13 settembre, presso il Mise per iniziativa del viceministro dello sviluppo economico Alessandra Todde per discutere la situazione aziendali del sito Acc di Mel.

All’incontro hanno partecipato le rappresentanze aziendali, il commissario straordinario di Italia Wanbao Acc, Maurizio Castro, le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali, le istituzioni regionali e locali dei territori interessati. Per la Regione del Veneto era presente l’assessore al Lavoro assistita dall’Unità di crisi aziendali regionale.

Ora per Acc – continuano i sindacati – si apre la strada della pura e semplice cessione degli asset industriali, che formalmente inizierà il prossimo 5 ottobre e prevedibilmente durerà qualche mese.
Fortunatamente stanno emergendo dichiarazioni di interesse, anche a fronte della caparbietà del commissario Castro e dei lavoratori nel realizzare un nuovo prodotto Industriale “compressore a velocità variabile” unico nel settore. Ci sono quindi le condizioni perché un potenziale acquirente possa confermare la piena salvaguardia occupazionale nell’immediato e per prevedere un futuro stabile sul lungo periodo.

Al momento però – continuano Fim, Fiom e Uilm – constatiamo che Acc sta progressivamente perdendo i carichi di lavoro a causa sia delle negative prese di posizione dell’Unione Europea sul possibile prestito ponte da parte dello Stato, sia della incapacità del Ministero dello sviluppo economico di trovare soluzioni alternative. Alle nostre proposte il Ministero continua a rispondere in modo evasivo. Il punto è decisivo ed è in programma per la settimana prossima un nuovo incontro in cui il Mise si è impegnato a recuperare risorse per la continuità lavorativa e il pagamento delle retribuzioni.

La vicenda di Acc e di Embraco – concludono i sindacati – è purtroppo tristemente rappresentativa delle incertezze, delle contraddizioni e dei limiti del Ministero dello sviluppo economico nella gestione delle crisi industriali del nostro Paese.

Da parte sua l’assessore al Lavoro della Regione del Veneto, Elena Donazzan, ha dichiarato di fare sue “le domande poste con chiarezza dai sindacati nazionali e ribadite dai territoriali di Belluno. Domande precise su che tipo di soluzioni si prospettano per Acc da parte del Mise che è responsabile di quest’azienda più di qualsiasi altra azienda, essendo in amministrazione straordinaria, controllata quindi dal Ministero. Si tratta di domande poste da tempo che, purtroppo, oggi hanno visto una richiesta di rinvio da parte del Ministero. Nessuna risposta, ma la richiesta di avere un’altra settimana di approfondimento è l’esito dell’incontro di oggi”.
“Mi sarei aspettata, al contrario – ha precisato ancora Donazzan – più di una risposta, anzi diverse ipotesi concrete per salvare Acc che, nonostante tutto e tutti, quasi miracolosamente, continua a produrre, senza finanza esterna, grazie al sacrificio dei lavoratori, alla caparbietà del commissario Castro e alla reputazione di Acc”.

“Ho formulato alcune proposte – ha concluso l’assessore regionale al Lavoro – ora mi aspetto che alle domande del sindacato e alle proposte presentate si dia risposta. Non mancano le soluzioni, manca la chiarezza della direzione”.

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