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sabato 20 Aprile 2024,

Tiziano richiama cinquemila visitatori per «La Battaglia di Cadore»

Il dipinto esposto a Pieve di Cadore.

L’esposizione è stata ospitata nella Casa natale di Tiziano Vecellio a Pieve di Cadore dal 10 luglio al 19 settembre, ha ripercorso un’importante pagina di storia del Cadore scritta cinque secoli fa, è stata un tributo ai 1600 anni di Venezia, con la quale il Cadore sancì il proprio legame attraverso la Dedizione nel 1420: anche grazie a questa iniziativa i musei della Magnifica Comunità di Cadore nell’estate hanno registrato un incremento del 22% rispetto al 2020.

La Magnifica Comunità di Cadore per la quinta estate consecutiva ha coinvolto cittadini e turisti con una mostra dossier che ha approfondito la storia e l’identità del territorio attraverso l’arte e il richiamo di uno dei suoi più celebri artisti, Tiziano Vecellio: oltre 5 mila persone hanno potuto visitare l’esposizione «La Battaglia di Cadore. Storia, contesti, copie da Tiziano», sviluppata attorno al dipinto «Battaglia» (metà del XVI secolo), attribuito al veneziano Leonardo Corona (o, comunque, ad un pittore di scuola veneta), ottenuto in prestito dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze.

A cinquecento anni dalla disputa di una delle battaglie più importanti della storia moderna, che cambiò le sorti e i giochi di potere nello scenario europeo, si è ricordato lo scontro che avvenne proprio in Cadore, il 2 marzo 1508, nei dintorni di Valle di Cadore, nella località detta di Rusecco, e che vide contrapporsi l’armata imperiale di Massimiliano I e l’armata veneziana capitanata dal celebre condottiero Bartolomeo D’Alviano; si tratta di un episodio ben noto alla storia militare e politica dell’Europa all’avvio del Cinquecento, e già Macchiavelli e Guicciardini ne colsero l’importanza. Il celebre pittore Tiziano Vecellio, nato a Pieve di Cadore, si offrì di eseguire, fin dal 1513, un telero avente per soggetto la raffigurazione della Battaglia, destinato alla Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale a Venezia, avendo bene in mente la Battaglia di Anghiari di Leonardo e la Battaglia di Cascina di Michelangelo. La consegna non avvenne però prima dell’agosto 1538 e l’opera ebbe vita breve poiché andò bruciata nell’incendio del 1577, evento che devastò l’intero Palazzo.

Per desumere l’aspetto dell’opera oggi ci si deve dunque affidare ad altre fonti quali disegni preparatori, stampe, un disegno successivo di Rubens, la copia pittorica coeva (olio su tela) di Leonardo Corona. La Battaglia di Cadore, opera di grande pregio e straordinario documento storico, arrivò a Palazzo Pitti nel Seicento grazie al Cardinal Leopoldo de’ Medici, e ha lasciato Firenze negli ultimi decenni solo per poche mostre, a Venezia, Pordenone e in Giappone. Per costruire la mostra dossier è stata avviata una ricerca delle fonti che ha spaziato non solo in Veneto, ma in tutta Italia e anche in Europa. Al centro della mostra è stato posto l’autorevole prestito della tela solitamente conservata nei depositi delle Gallerie degli Uffizi di Firenze e ad esso sono affiancati un’incisione della Battaglia di Cadore ad opera del Fontana, e altre testimonianze storiche relative alla battaglia.

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