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venerdì 29 Marzo 2024,

Cambiamenti climatici e montagna: il Bellunese al centro di un progetto pilota a livello nazionale

Nel gruppo di lavoro c'è anche Confindustria Belluno Dolomiti.

Gestire l’impatto dei cambiamenti climatici sul territorio bellunese da qui al futuro, analizzando e prevedendo i rischi per la popolazione e le attività economiche: è questo l’obiettivo del progetto cui ha lavorato una task-force costituita da Enel Foundation, Venice International University, Centro Euro Mediterraneo sui cambiamenti climatici e Confindustria Belluno Dolomiti. L’iniziativa disegnata da Enel Foundation – tra le più interessanti a livello europeo per metodologia, attori coinvolti e outcome multisettoriali – è stata presentata oggi, mercoledì 13 ottobre, a Belluno in sala Caldart in villa Doglioni Dalmas.

A introdurre i lavori sono stati Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, Carlo Papa, direttore della Fondazione Centro Studi Enel, Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno e Marco Bussone, presidente nazionale di Uncem. Lo studio, che si concentra per l’appunto sul Bellunese, prende le mosse dall’analisi dei cambiamenti climatici in atto e prospettici per formulare una valutazione puntuale dei rischi di specifiche realtà territoriali, considerandone assetto socio/economico e peculiarità strutturali e settoriali.

Valutare i rischi connessi al clima nei processi decisionali – quello che gli inglesi chiamano “climate proofing” – consente di programmare al meglio gli interventi di adattamento sia pubblici che privati per assicurare sviluppo sostenibile a tutti e a ciascuno dei membri delle comunità in cui si opera.

«Se vogliamo rimanere in montagna, dobbiamo fare i conti con le mutazioni del clima, i cui effetti abbiamo imparato a conoscere molto bene sulla nostra pelle negli ultimi anni», afferma Lorraine Berton. «Penso alle straordinarie nevicate degli anni recenti fino alla tempesta Vaia del 2018, o ai tanti fenomeni violenti che spesso registriamo dalle terre alte ai fondovalle. Parlare di clima non è una moda, ma una necessità, soprattutto se vogliamo programmare le nostre attività umane ed economiche nel medio e lungo periodo. Eventi climatici estremi sempre più frequenti sono un rischio per la popolazione, per il territorio e per le stesse imprese che hanno bisogno di certezze per investire e attrarre talenti. Analisi, monitoraggio e prevenzione dei rischi climatici, dove possibile, sono quindi le azioni da adottare nella montagna bellunese del futuro. Le aree montane sono più fragili per natura e hanno bisogno di un’attenzione specifica. La scienza può aiutarci ad adattarci e essere più resilienti».

«Spero che in questa partita i nostri giovani siano protagonisti. Le manifestazioni del “Fridays for future” e altre analoghe ci dicono che c’è interesse sui temi della sostenibilità; da parte nostra abbiamo il dovere di coinvolgerli», conclude la presidente. «Oggi è per noi tutti una giornata importante» spiega Carlo Papa, direttore di Enel Foundation. «L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha designato il 13 ottobre come la Giornata internazionale per la riduzione del rischio di catastrofi, per promuovere la riduzione del rischio grazie ad un lavoro intenso di preparazione, prevenzione e mitigazione. E qui a Belluno proprio oggi abbiamo voluto presentare i risultati di un lavoro corale, frutto di una collaborazione virtuosa tra tutte le realtà del territorio e di prestigiose realtà scientifiche, convinti come siamo che non esista, di fronte al cambiamento climatico, una separazione di destini dei sistemi: insieme si sosterranno o insieme cadranno».

Marco Bussone, presidente nazionale di Uncem, commenta «con il presidente Uncem Veneto Ennio Vigne siamo Impegnati nel portare il sistema degli Enti locali a vincere le sfide della crisi climatica. Comunità energetiche, ma anche nuovo welfare di comunità sono antidoti all’abbandono e allo spopolamento. Il Cambiamento climatico in montagna mostra prima i suoi effetti, e dobbiamo essere pronti, determinati e capaci di intercettare risorse e opportunità del Piano nazionale di ripresa e Resilienza e della nuova programmazione comunitaria».

Il progetto è stato illustrato da Carlo Giupponi, Dean di Venice International University e da Paola Mercogliano responsabile della divisione modelli regionali ed impatti geo-idrologici della Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici. Le conclusioni sono state affidate a Maria Cristina Piovesana, vicepresidente di Confindustria per l’Ambiente, la sostenibilità e la cultura.

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