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giovedì 28 Marzo 2024,

Green pass, da giovedì a domenica eseguiti oltre 2 mila tamponi

Altri 390 questa mattina. E dopo le code di ieri a Paludi, oggi l'Ulss 1 Dolomiti ha fatto una prima analisi dei punti migliorabili, studiando una rimodulazione dell’offerta infrasettimanale per poter potenziare la domenica.

Nella giornata di ieri, domenica 17 ottobre, si sono registrate alcune criticità al drive in di Paludi per l’erogazione dei tamponi a finalità Green pass, con la creazione di code. Per garantire a tutti i lavoratori con necessità di certificazione, nonostante ci fossero persone non prenotate, l’operativa è proseguita fino alle 23 per fornire a tutti il tampone a sostegno, quindi, del tessuto produttivo locale. Questa mattina l’Ulss 1 Dolomiti ha fatto una prima analisi dei punti migliorabili, studiando una rimodulazione dell’offerta infrasettimanale per poter potenziare la domenica.

Da giovedì a domenica scorsi sono stati eseguiti, per il Green pass, sono stati eseguiti 2.036 tamponi (nel dettaglio, 376 giovedì, 367 venerdì, 586 sabato, 707 domenica). Si aggiungono i 390 della mattinata di oggi, lunedì 18 ottobre, a Paludi e a Feltre, dove sono in corso le sedute pomeridiane. Fino al 24 ottobre sono stati prenotati, dal sito www.aulss1.veneto.it/sportello-online, 5 mila tamponi.

«Come annunciato la scorsa settimana, questi primi giorni ci servono per tarare l’offerta dei tamponi, rivedendo orari e modalità operative sia per i tamponi ad accesso libero (sintomatici con impegnativa, contact tracing) sia per i tamponi a finalità Green pass. Solo per i tamponi l’azienda ha messo in campo circa 35 operatori al giorno: uno sforzo significativo per l’Ulss, prioritariamente impegnata ancora nella campagna vaccinale (per prime, seconde e terze dosi), nel garantire le normali attività sanitarie e nel recupero delle prestazioni sospese», commenta il direttore generale Maria Grazia Carraro. «È nostro dovere tenere conto dei diversi bisogni sanitari. Analizziamo i dati per ottimizzare il sistema tamponi, compatibilmente con la necessità di non sacrificare nuovamente le altre attività sanitarie».

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