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giovedì 25 Aprile 2024,

Virus, ecco perché l’Alto Adige sta andando male

Già da ieri obbligo di mascherina in tutti gli ambienti chiusi, in tutta la provincia di Bolzano. Ma in 20 Comuni da domani sarà lockdown, compreso Ortisei in Val Gardena. (Foto da Google Street View)

Domani, mercoledì 24 novembre, in 20 Comuni dell’Alto Adige scatteranno severe misure di contenimento dei contagi da coronavirus. Nella provincia confinante con Belluno la situazione della pandemia è tutt’altro che sotto controllo, ci sono pochi vaccinati rispetto agli obiettivi di sicurezza e l’incidenza del contagio ha numeri pesanti (molto più pesanti di Belluno). La Provincia autonoma, dunque, è stata costretta a prendere provvedimenti. In tutta la Provincia di Bolzano già da ieri la mascherina deve essere indossata in tutti gli ambienti chiusi, ad eccezione della propria casa. La protezione delle vie respiratorie deve essere indossata anche all’aperto se non è sempre possibile mantenere una distanza di un metro dalle altre persone. L’obbligo della mascherina si applica a tutti gli assembramenti di persone, e quindi nei centri cittadini e dei paesi, nelle piazze, nei mercati e nelle code d’attesa. Sui trasporti pubblici i passeggeri devono indossare una mascherina FFP2 (non una semplice “mascherina di comunità”, né una chirurgica) o una equivalente. Sono stati sospesi i balli che si svolgono in discoteche, locali danzanti e strutture analoghe, sia all’aperto che in ambienti chiusi. L’ispettorato provinciale del lavoro sta rafforzando i controlli con le forze dell’ordine per garantire il rispetto delle misure di sicurezza previste per le attività lavorative.

Questo vale da ieri per tutto il territorio della provincia confinante con Belluno. Ma 20 comuni altoatesini sono particolarmente in difficoltà: si tratta di Rodengo, San Pancrazio, Caines, Vandoies, Ultimo, Martello, Castelbello-Ciardes, Naz-Sciaves, Senales, Plaus, Castelrotto, Marlengo, Laion, Postal, Ortisei, Moso in Passiria, Funes, Santa Cristina Valgardena, Rasun Anterselva, Rio di Pusteria. Alcuni di essi si trovano in Val Gardena, dunque appena al di là del confine con la provincia di Belluno. In questi 20 Comuni, spiega la Provincia di Bolzano, c’è un troppo alto numero di contagiati, un troppo alto valore di incidenza e un troppo basso numero di vaccinati. Tutto questo fa sì che i contagi galoppino. In questi 20 Comuni le restrizioni saranno in vigore da domani 24 novembre per due settimane, fino a martedì 7 dicembre incluso. E sarà una specie di lockdown.

Com’è stata determinata, nel dettaglio, la necessità di provvedere con misure così rigide? Le misure rigide scattano perché quei 20 Comuni non rispettano i tre criteri di sicurezza che sono stati individuati dalla Provincia di Bolzano di concerto con il Ministero della Salute: 1) il superamento del tasso di incidenza settimanale di 800 casi ogni 100.000 abitanti; 2) la copertura vaccinale inferiore al 70% della popolazione vaccinabile; 3) la registrazione di più di cinque nuovi casi quotidiani di positività al Covid 19. Per dare la misura della gravità della situazione, facciamo un paragone con la provincia di Belluno: da noi il tasso di vaccinazione della popolazione vaccinabile – con ciclo completo – è vicino all’83%, 13 punti in più rispetto al limite minimo fissato da Bolzano; in tutti i Comuni bellunesi la popolazione vaccinata con almeno una dose è superiore al 70% indicato come limite minimo da Bolzano. In provincia di Belluno l’incidenza oggi risulta a quota 162, solo San Nicolò Comelico e Fonzaso superano incidenza 500, mentre nei 20 Comuni altoatesini che si trovano in situazione critica l’incidenza supera 800. In un comunicato stampa di oggi, la Provincia autonoma dichiara che l’incidenza in Alto Adige segna 430 (più o meno come in Germania e in Svizzera) ma il Comune altoatesino di Rodengo ha l’incidenza impressionante di 2.900 con solo il 58% della popolazione vaccinata. A Rio di Pusteria, addirittura, il tasso di vaccinazione è 43%, con incidenza a quota 676 (avvertenza ai nostri lettori: nella serata di martedì 23 novembre la Provincia di Bolzano ha rispedito il comunicato ai media precisando che «I dati relativi alle quote vaccinali di Rodengo e Rio Pusteria sono stati stralciati dal testo perché non corretti»). «Dove vi sono molti non vaccinati, il rischio di avere decorsi gravi ed ospedalizzazioni è nettamente superiore», ha detto l’assessore altoatesino alla salute Thomas Widmann, ecco perché Bolzano teme che da questi numeri derivi un’ondata di ricoveri negli ospedali difficile da gestire. «Speriamo che i 14 giorni previsti per l’adozione di queste misure più severe, nei nostri 20 Comuni, siano sufficienti a ridurre la curva dei contagi, per evitare un lockdown generalizzato, proteggere le strutture sanitarie dalla quarta ondata e garantire il mantenimento delle attività economiche e sociali durante i prossimi mesi invernali», ha dichiarato il presidente dell’Alto Adige Arno Kompatscher.

Quali restrizioni scatteranno da domani in quei 20 Comuni dell’Alto Adige? Praticamente un lockdown e proprio all’inizio della stagione turistica invernale. Guai se capitasse anche qui da noi. Alla popolazione dei 20 Comuni interessati, tra le ore 20 e le ore 5 del giorno successivo sono consentiti solamente spostamenti sulla base di comprovate esigenze lavorative, motivi di salute o situazioni di necessità ed urgenza. Per questi spostamenti è necessaria un’autodichiarazione, che deve essere compilata preventivamente o direttamente durante il sopralluogo. È consentita l’attività sportiva o l’esercizio all’aperto, anche nelle aree attrezzate a tal fine e nei parchi pubblici, tuttavia nello svolgimento dell’attività sportiva deve essere mantenuta una distanza di almeno due metri dalle altre persone, per tutte le altre attività è consentita una distanza minima di un metro. Durante l’attività motoria è inoltre necessario indossare una protezione respiratoria. Sport e attività fisica non sono consentiti tra le ore 20 e le ore 5. Sono sospese tutte le manifestazioni (anche in ambito culturale, del tempo libero, sportive o fieristiche) in spazi chiusi privati o pubblici. Sono sospese anche le prove e le esibizioni di cori e bande musicali, nonché gli spettacoli teatrali, le proiezioni cinematografiche, i convegni e simili incontri in presenza. Gli eventi pubblici possono avere luogo all’aperto in aree delimitate nel rispetto delle misure di sicurezza previa presentazione del Green Pass (guarito, vaccinato, testato). Le restrizioni di accesso sono specificate nei protocolli di sicurezza al fine di evitare assembramenti e mantenere le distanze minime.

Si “salvano” soltanto gli eventi e le competizioni sportive nazionali e internazionali e gli eventi comparabili organizzati dalle federazioni sportive, che possono svolgersi nel rispetto dei protocolli di sicurezza dell’associazione sportiva competente. Le unità di allenamento degli atleti che prendono parte alle manifestazioni e gare consentite sono ammesse nel rispetto dei protocolli di sicurezza della relativa federazione sportiva. Le altre competizioni sportive outdoor sono consentite solo per gli sport individuali e non per gli sport di contatto: nessun pubblico può essere presente a nessuno degli eventi sportivi, delle gare e degli allenamenti consentiti.

In quei 20 Comuni, inoltre, per le due prossime settimane le mascherine FFP2 o equivalenti devono essere indossate in tutte le stanze chiuse (eccetto in casa propria). Le mascherine chirurgiche o di qualità superiore devono essere indossate all’esterno se la distanza interpersonale di un metro non può essere mantenuta nel lungo periodo. In ogni caso, questo vale per tutti gli assembramenti di persone, e quindi, ad esempio, nei centri cittadini e nei paesi, nelle piazze, nei mercati e nelle code d’attesa. All’interno degli esercizi commerciali, sia i clienti che il personale devono indossare una maschera FFP2 o equivalente. Nei negozi è ammesso un cliente ogni 10 metri quadri di superficie; nei negozi con una superficie inferiore a 20 metri quadrati, è consentita contemporaneamente la presenza di un massimo di due clienti. Deve essere garantita la distanza interpersonale di almeno un metro. Gli ingressi devono essere scaglionati in modo che le persone non rimangano nelle stanze più a lungo del necessario per la spesa.

Nel settore della gastronomia, nei 20 Comuni altoatesini è consentita la consumazione seduti al tavolo, con un massimo di 4 persone a tavola, fino alle ore 18, purché siano osservate le misure di sicurezza. Le strutture alberghiere possono effettuare il servizio ai propri clienti anche dopo le ore 18.

Gli asili, le scuole ed i servizi assistenziali non vengono limitati nei 20 Comuni altoatesini. A questo proposito la Provincia autonoma «esorta a utilizzare maggiormente le offerte disponibili».

Luigi Guglielmi

1 commento

  • Caspita, che dovizia di particolari! Come già detto in precedenza, ho deciso di indossare la FFP2 quando vado al supermercato (circa una volta a settimana) perché, al momento del pagamento, non tutti sono così educati da rispettare le distanze alla cassa. A parte i due Comuni della val Gardena, prettamente turistici, gli altri gravitano in una zona ben definita. Mi viene da pensare che forse non abbiano compreso a fondo l’importanza del vaccino, ritenendosi immuni dal contagio. Peccato, spero che le dovute restrizioni aiutino a cambiare idea.

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