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sabato 20 Aprile 2024,

Virus, ricoveri nelle Terapie intensive al 12% in Veneto, Belluno sposta i degenti

Belluno, l'ingresso del Pronto Soccorso Covid. Leggi l'articolo e guarda i grafici di oggi.

Rieccoci, ci siamo di nuovo. In ospedale a Belluno alcuni reparti cambiano forma, si spostano i ricoverati non-covid in altre zone, anche in altri ospedali. Ai malati e ai loro familiari è stato spiegato il perché: bisogna fare spazio ai malati covid. Stanno aumentando di numero e non possono trovare posto soltanto nel reparto di Malattie Infettive, che ha retto i ricoveri da maggio in poi, bisogna tornare a “reparti covid”, dedicati soltanto ai malati covid. E si ricomincia. Si ricomincia a vedere gente presentarsi in condizioni difficili al Pronto Soccorso 1.9 (è l’altro Pronto Soccorso dell’ospedale di Belluno, quello dedicato all’accoglienza e allo smistamento dei malati covid). L’ospedale di Feltre al momento accoglie i malati non-covid, lo farà fino alla saturazione dei letti di Belluno, poi dovrà a sua volta ricoverare pazienti covid. Naturalmente il personale dedicato ai ricoverati covid deve essere aumentato, visto il peso dei turni di lavoro più lunghi e più duri, se non altro per lo “scafandro” che è necessario indossare nel contatto con i malati covid. Poi c’è comunque il carico psicologico, la preoccupazione di “portare a casa” un eventuale contagio e di trasmetterlo ai genitori anziani, o ai figli piccoli, o ai parenti fragili. C’è chi sceglie di vivere isolato dal resto della famiglia, una volta tornato a casa dal lavoro in ospedale. E questa “rivoluzione” sul posto di lavoro (e nelle famiglie) avviene di punto in bianco, si coglie una sensazione, si vedono movimenti strani e in poche ore arriva la conferma: «si svuota», «si trasferisce». Cioè si ricomincia.

Grafico dell’Amico del Popolo su dati di Azienda Zero – Regione del Veneto.

E in effetti i dati regionali (i posti letto disponibili si contano a livello regionale) confermano che i ricoverati covid, soprattutto quelli gravi, sono in continuo aumento. Il grafico dell’Amico del Popolo mostra che la linea blu dei ricoveri covid in “area medica” è ancora ben al di sotto della soglia critica blu tratteggiata del 15% ma si vede anche che le due linee, la blu e l’arancione, si stanno divaricando, aumentano più velocemente i ricoverati gravi, quelli che rischiano di più la vita e che impegnano di più gli ospedali: c’è la preoccupazione che non ci sia posto per altri tipi di emergenze, per esempio in seguito a un incidente stradale. Il “tetto” per i ricoverati covid in Terapia Intensiva (linee arancio) è fissato al 10% e il Veneto oggi, sabato 4 dicembre, è a 11,8%, limite “sforato” da due o tre giorni, in costante peggioramento. E sarebbe ancora più alta, la percentuale di occupazione dei posti letto in Terapia Intensiva, se venisse calcolata soltanto sui posti effettivi, solo quelli «attivati» e non anche quelli «attivabili» che in Veneto sono circa trecento (su mille dichiarati). Fonti sindacali dei medici rivelano: «Il problema è la disponibilità di anestesisti e infermieri preparati per la sorveglianza di un paziente in Terapia Intensiva: la dotazione regionale di queste figure permette la corretta sorveglianza a poco più di 500-550 posti letto. Sopra questi valori la sicurezza per il paziente e per il personale diminuisce in funzione logaritmica». In altre parole, i mille letti se occorre ci sono, ma non c’è personale sufficiente per farli funzionare. Un alto dirigente sanitario, parlando con L’Amico del Popolo, vuole trasmettere fiducia: «In tempo di guerra si fanno anche i miracoli». Ma i miracoli fa fatica a farli quella parte del personale che ha il morale ormai a terra, persone trattate da eroi nella prima fase della pandemia e poi quasi dimenticati o addirittura presi di mira con insulti e minacce, uomini e donne che adesso devono tornare un’altra volta “in trincea”. A loro vada un abbraccio di solidarietà e di incoraggiamento.

Il monitoraggio dell’Amico del Popolo sull’andamento dell’epidemia (elaborazioni sui dati di Azienda Zero).

Il bollettino di Azienda Zero di oggi, sabato 4 dicembre, ci permette di calcolare un’incidenza dei contagi a 345 per il Veneto e 294 per Belluno, moltissimo sopra la soglia 50 sopra la quale sarebbe importante applicare delle restrizioni. Il virus corre sempre più libero, è evidente: in soli cinque giorni l’incidenza in provincia di Belluno è passata da 180 al valore attuale di 294. Si rischia di non tenere più sotto controllo i contagi. E l’ospedale, purtroppo, se ne sta accorgendo.
Luigi Guglielmi

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