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venerdì 19 Aprile 2024,

Boom di vendite delle Stelle di Natale, bene anche i ciclamini, meno gli alberi veri

Montagnese, Confagricoltura: «Nonostante l’aumento dei costi di produzione non alziamo i prezzi perché vogliamo andare incontro alla clientela, soprattutto agli anziani e alle famiglie segnate dalla pandemia».

Risale la curva delle vendite delle Stelle di Natale. Sembra ormai alle spalle il brutto ricordo del dicembre 2020, segnato dal lockdown e dall’austerità. «Quest’anno stiamo vendendo le Stelle di Natale in anticipo rispetto agli altri anni», sottolinea Francesco Montagnese, referente dei florovivaisti di Confagricoltura Belluno e titolare del vivaio Top Green di Feltre. «Di solito fino all’8 dicembre va soprattutto l’oggettistica natalizia, mentre quest’anno abbiamo già un giro di persone che comprano la Stella piccola per portarla ai parenti o fare qualche regalino. È un buon segno di ripresa, rispetto al 2020, benché negli anziani ci sia una certa cautela nell’uscire di casa, nonostante la protezione del vaccino».

«Sicuramente», continua Montagnese, «aiuta anche la nostra scelta di mantenere invariati i prezzi, nonostante l’aumento dei costi di produzione, per andare incontro agli anziani e alle famiglie segnate dalla pandemia. La Sstella piccola costa 5 euro, quella media 9,50, mentre quella più grande ha il prezzo di 15. Guadagniamo meno, ma è giusto tenere i piedi per terra e non esaltarsi perché il mercato sta ripartendo. Ho invitato anche gli altri florovivaisti a mantenere questa linea: non inseguiamo l’industria, noi siamo piccoli produttori e dobbiamo curare la signora Maria e quanti scelgono ancora il vivaio per i loro acquisti»”.

Continua anche il buon momento dei ciclamini, pianta che si addice alle temperature fredde, mentre sembra sempre meno popolare la tradizione di acquistare un albero vero di Natale. «Fino a vent’anni fa ne vendevamo tantissimi. Da anni, però, è iniziata la tendenza a comprare gli alberelli finti anche sulla spinta della nuova usanza di addobbare l’albero nei giorni successivi alla commemorazione dei defunti. Una volta, infatti, l’abete durava perché si addobbava dopo l’8 dicembre, ma è chiaro che se si parte da novembre l’albero fatica ad arrivare a Natale integro. Perciò la gente sceglie quelli di plastica, che tiene in cantina una volta finite le feste, anche perché gli abeti del Caucaso Nordmanniana, che non perdono gli aghi, hanno costi alti, dai 40 euro in su. Non sono alla portata di tutte le tasche».

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