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giovedì 25 Aprile 2024,

Allarme di Confartigianato Belluno per il caro luce e gas

Le imprese rischiano di aumentare la voce di spesa anche del 200%. La presidente Scarzanella (nella foto): «A rischio la tenuta di molte attività, specialmente in montagna dove i costi incidono più che in pianura».

«Se non si abbassano i costi energetici, non ci potrà essere nessuna ripresa. Le spese attuali rischiano di essere insostenibili, soprattutto se sommate agli aumenti delle materie prime». È quanto afferma la presidente di Confartigianato Belluno, Claudia Scarzanella, analizzando l’elaborazione dei dati sui consumi di luce e gas nel 2022 effettuata dall’ufficio studi della Federazione regionale e dopo aver raccolto le preoccupazioni delle imprese associate.

Le proiezioni sono state fatte su diversi tipi di consumo e diverse tipologie di azienda artigiana. Rispetto al 2021 un’azienda della plastica che utilizza annualmente 2,5 milioni di kWh avrà un aumento della spesa della materia prima del 289%, passando da 186.257 euro a 725.761 euro; un’azienda meccanica con 1,2 milioni di kWh/anno subirà un aumento del 287%, passando da 88.034 euro a 341.320 euro. L’aumento per un’azienda della ceramica con 20.790 kWh annui sarà del 254%, passando da un costo materia prima di 1.798 euro a 6.372 euro, mentre per il gas con 1.921 metri cubi mensili l’aumento sarà del 358%, passando da un costo medio mensile di 436 euro a 2.076 euro. Un caseificio che consuma 594.462 KWh/anno avrà un aumento del 281%, con costi che passeranno da 42.225 euro a 160.864 euro, mentre per il gas a fronte di un consumo mensile di 20.112 metri cubi avrà un aumento del 398%, passando da una spesa media mensile di 4.188 ero a 20.882 euro. Un mulino con 1.454.494 kWh annui passerà da un costo del 2021 di 99.338 euro a 388.615 euro con un aumento del 291%.

«Di fronte a questi dati non possiamo che essere preoccupati», commenta la presidente Scarzanella. «Tanto più per le aziende di montagna, dove i costi energetici sono superiori, tra riscaldamento e luce. In queste settimane abbiamo registrato la preoccupazione di diversi associati. Pur non avendo aziende “energivore”, molte accusano il colpo e sono costrette a rivedere i prezzi di vendita; altre, come ad esempio le carrozzerie e le officine meccaniche, prevedono di spendere il doppio tra corrente e gas. Costi che incidono soprattutto perché sommati alle difficoltà della pandemia. I 3,8 miliardi messi a disposizione dal Governo per tamponare la situazione sono una buona misura, ma difficilmente saranno sufficienti. Ecco perché Confartigianato spinge da tempo per una riforma strutturale della bolletta elettrica, per ridurre il peso degli oneri parafiscali che gonfiano i costi non tenendo conto dell’effettivo consumo di energia e quindi creando sperequazioni enormi tra grandi e piccole imprese».

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