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martedì 19 Marzo 2024,

Veneto, incendi boschivi diminuiti per numero ed estensione

Un risultato ottenuto anche grazie al Piano regionale che è stato aggiornato la scorsa settimana con delibera regionale.

«La strategia regionale, composta da tre ingredienti fondamentali – previsione, prevenzione e lotta attiva – rimane una delle armi più potenti che detiene il Veneto per contrastare gli incendi boschivi. Lo dimostrano i numeri: si è passati, infatti, da una media di 122 incendi all’anno, nel periodo antecedente al 2000, a una media di 62 incendi all’anno (-50%), nel periodo successivo al 2000. Non solo: si è registrata anche una notevole riduzione dell’estensione media degli incendi, che è passata da 8 ettari a 3,6 ettari (-55%). Inoltre, il personale intervenuto, sia regionale che volontario, è costantemente calato nel tempo per la miglior organizzazione del sistema, così come si sono ridotte le ore di intervento degli elicotteri regionali, con un valor medio registrato di 107 ore/anno».
L’assessore regionale veneto all’Ambiente e alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin, snocciola numeri che mostrano l’efficacia del Piano regionale antincendi boschivi che è stato aggiornato la scorsa settimana con delibera regionale.

«La Legge dello Stato n.353 del 2000 – ha spiegato Bottacin – ha trasferito alle Regioni la competenza nell’antincendio boschivo. Il coordinamento delle operazioni di spegnimento è in capo a un funzionario regionale, che ricopre il ruolo di direttore delle operazioni di spegnimento, avvalendosi di personale regionale, delle associazioni di volontariato della protezione civile specializzata nell’antincendio boschivo, dei mezzi aerei e terrestri, anche interfacciandosi con eventuali altre forze in campo, come per esempio i Vigili del fuoco che hanno la competenza nelle zone di interfacci (verso gli insediamenti abitativi). Su questo fronte il Veneto è un riferimento nazionale».

«Il Piano antincendio boschivo – ha detto ancora Bottacin – è anche un tassello importante nella strategia della Regione del Veneto per quanto riguarda la lotta ai cambiamenti climatici. Gli incendi boschivi e i loro effetti hanno, infatti, importanti effetti diretti e indiretti relativamente alle emissioni di gas climalteranti, sia nella fase acuta che nella fase successiva alla distruzione delle superfici boscate. Inoltre questo fenomeno costituisce uno dei principali fattori di rischio per l’integrità dell’ambiente: poter intervenire tempestivamente nello spegnimento degli incendi permette di proteggere il territorio, soprattutto le aree più fragili».

«Per quanto riguarda, infine, la definizione del rischio dell’incendio boschivo, – ha aggiunto l’assessore – rammento che il Veneto è stata la prima Regione italiana ad adottare e impiegare il metodo canadese FWI (Fire Weather Index), che rappresenta uno dei principali strumenti di indagine e sperimentazione, utilizzato nei contesti internazionali più evoluti nella lotta agli incendi boschivi: si tratta di una metodologia molto complessa, ma che, semplificando, basa il suo funzionamento sul presupposto che la probabilità che un incendio si verifichi dipenda strettamente dallo stato di idratazione dei combustibili forestali morti, che a sua volta dipende dall’andamento del tempo atmosferico. L’indice canadese individua 5 livelli di rischio, da 1 (molto basso) a 5 (molto alto). Sulla base di questa metodologia la Regione del Veneto ha predisposto un bollettino di pericolo incendi boschivi, aggiornato giornalmente e pubblicato sul sito internet regionale nella sezione dedicata alla Protezione civile-Antincendio boschivo».

Il continuo monitoraggio e studio scientifico del fenomeno, ha permesso inoltre di evidenziare come, in Veneto, i periodi a maggior rischio di incendi boschivi, negli ultimi venti anni, siano stati registrati nei mesi di febbraio (253), marzo (364) e agosto (201). Le cause di origine degli incendi sono state principalmente di tipo dolose (38%), a seguire di origine colposa (25%) e naturale (5%). Il 32% delle cause rimangono classificate come dubbie.

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